Covid-19, brevettato il primo tessuto che inattiva il virus

Si chiama Virkill, è prodotto da un’azienda italiana ed è composto da nanoparticelle di rame.

Il colore è tra il giallo e l’arancio, e la consistenza è quella di un normale tessuto, ma l’elemento che lo rende rivoluzionario è nascosto al suo interno: sono nanoparticelle di rame “fuse” nel filo. Elementi invisibili all’occhio umano, ma che hanno la capacità di uccidere il Sars-CoV-2.

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Parliamo di Virkill, un tessuto fabbricato in Italia da Italtex S.p.A., azienda familiare di Cabiate (Como) con esperienza di 70 anni alle spalle, che ha registrato il marchio e ora, con uno spin-off ha deciso di fare la propria parte nella lotta alla pandemia. I primi test sul prodotto assicurano un’efficacia altissima: il coronavirus viene inattivato al 99,9% e la funzionalità “killer” non si perde con i lavaggi.

Ma come fa il rame a distruggere il virus? L’effetto anti-virale, spiega un comunicato aziendale, si realizzerebbe distruggendo o modificando la struttura virale grazie all’estrazione di atomi di idrogeno dalle proteine del virus per azione di radicali liberi dell’ossigeno prodotti dopo il contatto. L’azienda è pronta a lanciare Vikrill sul mercato e intanto prosegue con ulteriori sperimentazioni, anche per capire se sia possibile tingere il tessuto.

“Il nostro Virkill contiene nano-particelle di rame, un materiale naturale molto efficace contro batteri e virus – spiega il presidente del CdA, Alessandro Pedretti. Siamo i primi a livello nazionale, e apripista a livello europeo, ad utilizzarlo nei tessuti. Le applicazioni possono essere vastissime, ma in questa prima fase pensiamo in particolare agli ambienti medici e al settore alberghiero o della ristorazione, dove i tessuti (dalle lenzuola alle tovaglie, passando per le divise e i camici) sono spesso veicoli di trasmissione del virus. E’ interessante che il nostro alleato contro il coronavirus sia un elemento che esiste in natura, il rame, che abbiamo trovato il modo di ‘inserire’ dentro l’anima dei nostri prodotti grazie alla collaborazione con il nostro partner per la ricerca sui materiali, ossia l’azienda Ambrofibre”

.

La proprietà antivirale di Virkill è duratura, in quanto non ottenuta con un trattamento superficiale del tessuto, che si deteriora con i lavaggi. Per molte applicazioni questa strada è già considerata obsoleta. In questi mesi il tessuto è stato certificato (secondo la norma ISO 18184:2019), specificatamente nei confronti del Covid-19, con ottimi risultati: il test ha riscontrato un indice Mv (attività antivirale) pari a 3.25, che corrisponde a un’inattivazione del Sars-CoV-2 superiore al 99,9% già al primo controllo.

“Ma i test non sono finiti – precisa Pedretti –, perché stiamo verificando l’attività antibatterica, antifungina e altri parametri di specifico interesse per i segmenti obiettivo, senza dimenticare i test per verificare la possibilità di colorare il tessuto senza intaccare le proprietà intrinseche del materiale”.

In attesa di conoscere la reazione del mercato a questo innovativo prodotto, va ricordato che l’ossido di rame è noto da secoli come un composto inorganico ad attività batteriostatica, recentemente registrata dall’Agenzia di protezione dell’ambiente degli Stati Uniti come la prima derivante da materiale solido. Le nanoparticelle di rame mostrano un’attività antibatterica di lunga durata e una migliore stabilità rispetto alle particelle di rame macro-dimensionate. Recentemente le nanoparticelle di rame si sono dimostrate efficaci anche contro funghi e virus. L’effetto antivirale si realizzerebbe distruggendo o modificando la struttura virale grazie all’estrazione di atomi di idrogeno dalle proteine del virus per azione di radicali liberi dell’ossigeno prodotti dopo il contatto.

Redazione Nurse Times

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