Coronavirus, le limitazioni per i viaggi in Europa e in Italia

Non tutti hanno riaperto le frontiere. Oppure lo hanno fatto con alcune restrizioni.

Da mercoledì 3 giugno l’Italia ha riaperto i suoi confini. Sarà possibile viaggiare da e per i Paesi Ue, Schengen e Regno Unito. I viaggi verso queste destinazioni sono però condizionati dalla reciprocità delle condizioni con i singoli Stati. Non tutti, infatti, hanno riaperto le frontiere o gli ingressi per i turisti provenienti dal nostro Paese. Di seguito le decisioni assunte dai diversi Paesi europei e da alcune Regioni italiane.

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Austria – L’Austria non riaprirà, per il momento, il confine con l’Italia. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Alexander Schallenberg: “Apriamo verso sette Paesi confinanti e non ci saranno più controlli, come prima dell’emergenza coronavirus. I dati non lo consentono invece con l’Italia, ma intendiamo farlo il prima possibile. Non è una decisione contro l’Italia”. Il Governo austriaco effettuerà la settimana prossima nuove valutazioni su una possibile apertura verso l’Italia, ha annunciato Schallenberg: “Vediamo che la situazione in Italia è molto migliorata e che alcune regioni, come l’Alto Adige, hanno buoni dati Covid”. Vienna valuterà perciò “seriamente” la proposta di Bolzano di consentire viaggi in alcune regioni italiane. “L’obiettivo resta l’apertura verso l’Italia, appena i dati lo consentiranno”, ha concluso il ministro.

Germania – La Germania ha deciso di eliminare dal 15 giugno l’allerta dei viaggi verso i Paesi europei, come ha dichiarato il ministro degli Esteri, Heiko Maas. Il cosiddetto “sconsiglio” sarà sostituito da avvisi sui singoli Paesi. “Non dobbiamo essere superficiali, la pandemia non è affatto finita”, ha affermato il ministro in uno statement alla stampa. La Germania ha deciso di sostituire l’allerta con avvisi per i 26 Paesi partner dell’Ue, per i Paesi associati dell’area Schengen, Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein, e per la Gran Bretagna. La fine dello “sconsiglio” entra però effettivamente in vigore per tutti i Paesi che permettono l’ingresso ai concittadini europei e non lo limitano a causa della pandemia. Persistono restrizioni nazionali in Norvegia e in Spagna, dove, dopo la seduta parlamentare di stamani a Madrid, si è deciso di prorogare le limitazioni fino al 21 giugno. Maas ha infine annunciato che non vi saranno nuove operazioni di Stato per riportare indietro i turisti tedeschi nel corso delle ferie estive, dopo il grande sforzo affrontato nei mesi scorsi, quando sono stati riportati a casa circa 240mila cittadini federali, bloccati dalla pandemia in diversi paesi del mondo.

Francia – La Francia riaprirà completamente le frontiere con l’Italia il 15 giugno. Nel primo giorno di apertura delle frontiere, code chilometriche a Ventimiglia per i cittadini italiani diretti in Francia, a causa dei meticolosi controlli sull’autocertificazione al valico di Ponte San Ludovico. Disagi per le centinaia di frontalieri diretti al lavoro soprattutto nel Principato di Monaco. Già nei giorni scorsi si erano segnalati intasamenti sull’Aurelia, all’altezza dell’ultima galleria, prima del confine. Gli italiani contestano i ritardi di almeno un’ora per chi deve andare in Francia a lavorare, mentre i francesi possono entrare in Italia, soprattutto per acquistare liquori e sigarette.

Grecia – A partire dal 15 giugno tornano i voli internazionali negli aeroporti di Atene e Salonicco, e la Grecia fa dietrofront, riaprendo all’Italia, ma dividendola in due. Chi volerà da una delle aree “ad alto rischio” individuate dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea (e consultabili sul sito dell’ambasciata greca), che per il nostro Paese sono Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, sarà sottoposto a un tampone all’arrivo e poi alla quarantena. Per i turisti che arriveranno dalle zone italiane considerate a rischio la quarantena sarà di 7 giorni in caso di tampone negativo, di 14 giorni in caso di positività. Ma la misura non riguarda solo le regioni del Nord Italia. Nella “black list” greca ci sono anche alcune aree di Francia, Olanda, Spagna e buona parte della Gran Bretagna. Tra le località esclus figurano Madrid, Barcellona, Lisbona, tutti gli scali di Londra e di gran parte del Regno Unito, tutto il Belgio, Stoccolma, la zona dell’Ile-de-France e una ventina di scali negli Stati Uniti.

Sardegna – Registrazione obbligatoria, e non volontaria, per chi arriva in Sardegna, con un questionario che traccia anche gli eventuali spostamenti interni. Il questionario va compilato online sul sito della Regione prima della partenza, o attraverso la app “Sardegna Sicura” per il tracciamento dei contatti su base volontaria. È quanto prevede l’ordinanza firmata dal governatore Christian Solinas. Una copia della ricevuta della registrazione dovrà essere allegata alla carta d’imbarco e al documento d’identità.

Sicilia – In Sicilia la nuova ordinanza ha anticipato a mercoledì 3 giugno l’allineamento con le disposizione del Decreto, abolendo l’autocertificazione e l’obbligo di quarantena per chi raggiunge la Sicilia da altre regioni. Restano le disposizioni per i cittadini riscontrati positivi al Covid-19, che hanno l’obbligo di comunicare le proprie condizioni di salute al medico di famiglia e al Dipartimento di prevenzione dell’Asp competente. Chi arriverà in Sicilia potrà inoltre scaricare la app “Sicilia sicura” e inserire, in maniera facoltativa, i dati personali sul proprio stato di salute, sugli spostamenti ed eventuali casi di Covid-19 in famiglia. Nei 1giorni scorsi la riapertura alla circolazione ha provocato lunghissime file di auto a Messina in prossimità del porto, per l’imbarco.

Lazio e Puglia – Nel Lazio, controlli serrati su treni, aerei e navi, con misurazione della temperatura, come prevedono le misure contenute nell’ordinanza firmata dal governatore Nicola Zingaretti. In Puglia, chi arriva da mercoledì 3 giugno ha l’obbligo di segnalarsi, ma non più di fare la quarantena domiciliare, come stabilisce un’ordinanza firmata dal presidente Michele Emiliano.

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