Coronavirus, “Epidemia in rapido peggioramento”: le restrizioni spiegate dal report del ministero

Ecco cosa dice il documento relativo al periodo 12-18 ottobre 2020.

“L’epidemia è in rapido peggioramento e compatibile con uno scenario di tipo 3, con rapidità di progressione maggiore in alcune regioni italiane”. Comincia così il testo dell’ultimo report stilato dal ministero delle Salute e relativo al periodo 12-18 ottobre 2020. La lettura del documento serve a capire perché il 25 aottobre il premier Giuseppe Conte abbia adottato provvedimenti restrittivi che ci riportano indietro di qualche mese.

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“La situazione descritta – esordisce il ministero della Salute – evidenzia segnali di criticità dei servizi territoriali e del raggiungimento imminente di soglie critiche dei servizi assistenziali in diverse Regioni”. Per questo motivo si rendono necessari provvedimenti urgenti. “Sono necessarie misure, con precedenza per le aree maggiormente colpite, che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari, comprese restrizioni nelle attività non essenziali e restrizioni della mobilità nonché l’attuazione delle altre misure già previste nel piano “Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di trasmissione per il periodo autunno-invernale”.

Nel documento si legge anche: “È fondamentale che la popolazione rimanga a casa quando possibile e riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine”.

Punti cardine del documento sono il forte incremento dei casi, che porta l’incidenza cumulativa negli ultimi giorni da 75 per 100mila abitanti (nel periodo 28/9-11/10) a 146,18 per 100mila abitanti (periodo 5/10-18/10). Nello stesso intervallo il numero di casi sintomatici è passato da 15.189  a 27.114.

Le parole del ministero sono molto chiare: “L’epidemia è in rapido peggioramento e compatibile complessivamente con un scenario di tipo 3 con rapidità di progressione maggiore in alcune Regioni italiane: si riscontrano infatti valori di Rt superiori a 1,25 nella maggior parte delle Regioni e segnali che si riesca solo modestamente a limitare il potenziale di trasmissione di SARS-CoV-2. Si osserva una rapida crescita dell’incidenza, impossibilità sempre più frequente di tenere traccia di tutte le catene di trasmissione e rapido aumento del carico sui servizi assistenziali con aumento dei tassi di occupazione dei posti letto ospedalieri sia in area critica che non critica”.

Sono stati riportati focolai nella quasi totalità delle province, e la maggior parte di questi focolai continua a verificarsi in ambito domiciliare (81,7%), che al momento rappresenta un contesto di amplificazione della circolazione virale e non il reale motore dell’epidemia. Nell’ultima settimana sono aumentati i focolai di coronavirus la cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito scolastico, anche se il contagio intra-scolastico appare ancora limitato (3,5% di tutti i nuovi i focolai in cui è stato segnalato il contesto di trasmissione). È tuttavia chiaro che le attività extra e peri-scolastiche possono costituire un innesco di catene di trasmissione laddove non vengano rispettate le misure di prevenzione previste.

Nello stesso periodo, a livello nazionale, si è osservato un importante aumento nel numero di persone ricoverate (7.131 vs 4.519 in area medica, 750 vs 420 in terapia intensiva nei giorni 18/10 e 11/10, rispettivamente). Se l’andamento epidemiologico mantiene il ritmo attuale, esiste una probabilità elevata che numerose regioni raggiungano soglie critiche di occupazione in brevissimo tempo.

Le conclusioni del report delineano una situazione di criticità dei servizi territoriali e del raggiungimento imminente di soglie critiche dei servizi assistenziali in numerose regioni. L’evidenza di casi rapidamente in aumento, con Rt nazionale di 1.5 nel suo valore medio e significativamente sopra 1, indicano una situazione complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale, con rischio di criticità importanti a breve termine. Il carico di lavoro non è più sostenibile dai servizi sanitari territoriali. Ne consegue l’impossibilità di tracciare in modo completo le catene di trasmissione e aumento in proporzione dei casi evidenziati per sintomi (che questa settimana superano per la prima volta quello dei casi identificati tramite contact tracing).

Sono necessarie misure che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari, con precedenza per le aree maggiormente colpite dal coronavirus. Tali misure comprendono restrizioni nelle attività non essenziali e restrizioni della mobilità, nonché l’attuazione delle altre misure già previste nel documento “Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di trasmissione per il periodo autunno-invernale”.

È fondamentale che la popolazione riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo quando non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa quanto più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine. Si ribadisce la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie, compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi.

Redazione Nurse Times

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