Concorso infermieri sospeso a Torino: le proteste dei candidati sfociano in violenze verbali contro chi ha fatto ricorso

Le aggressioni sui social hanno preso di mira anche lo studio legale Leone – Fell che ha presentato la richiesta di sospensiva al Tribunale amministrativo. “Ma in quel concorso c’erano gravi irregolarità” ribadiscono i 19 candidati esclusi dopo la prova preselettiva

 

TORINO – “Il Tar Piemonte ha accolto la nostra richiesta di sospendere il concorso dell’Azienda Sanitaria “Città della salute di Torino” rilevando, come ampiamente descritto in motivazione, le gravi irregolarità che hanno caratterizzato la prova preselettiva di quella selezione. Chiediamo che tale decisione sia accettata da tutti e che, in attesa delle fasi successive del processo, gli episodi di violenza verbale delle ultime ore cessino immediatamente”. L’appello è firmato dai 19 partecipanti esclusi dopo la preselezione del concorso per i posti di collaboratore professionale sanitario – infermiere, finiti loro malgrado nel frullatore della protesta, soprattutto attraverso i social, di chi mercoledì mattina (2500 candidati) era arrivato a Torino per sostenere la prova scritta.

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La colpa, se tale si può definire, di quel gruppo di ricorrenti, difeso dallo studio legale associato Leone-Fell, è quella di aver messo a nudo le anomali delle prove preselettive del concorso: la batteria del terzo turno conteneva ben 12 domande su 30 IDENTICHE a quelle somministrate il giorno precedente.

Motivo sufficiente, a giudizio degli avvocati, per chiedere al Tribunale amministrativo, un provvedimento di sospensione del concorso. “I candidati del terzo turno – spiegano i legali –  avendo potuto conoscere più di 1/3 delle domande prima, hanno ottenuto punteggi significativamente migliori dei candidati che hanno sostenuto le prove nelle prime due giornate. Quindi, alcuni che hanno svolto la prova i primi due turni si sono rivolti al nostro studio per denunciare la disparità di trattamento subita”.

Il provvedimento del Tar Piemonte (il 197/17) è arrivato nella giornata di martedì, a meno di 24 ore dallo svolgimento della prova scritta e l’Azienda sanitaria “Città della salute di Torino” ha comunicato, con urgenza, a tutti gli ammessi alla prova che la stessa era sospesa a tempo indeterminato. Comunicazioni che non hanno evitato il disagio (o pasticcio) di far confluire nel capoluogo piemontese centinaia di partecipanti al concorso, scatenando anche una ingiustificata violenza verbale nei confronti di chi, legittimamente, ha fatto ricorso al Tar vedendo riconosciuto il proprio diritto.

Siamo amareggiati – commentano dallo studio legale Leone – Fell – che si siano verificati degli atti di aggressione verbale nei confronti dei nostri clienti e del nostro staff legale. La manifestazione tenutasi oggi (ieri per chi legge n.d.r) dinanzi all’Ospedale Molinette, con la quale alcuni concorrenti hanno protestato contro la decisione del Tar, ha infatti assunto una connotazione violenta che ha visto come bersaglio noi e i ricorrenti. Tale violenza si è spostata anche sui social network dove, tra una minaccia e un epiteto, qualcuno ha cercato di intimorire il nostro operato. Ci teniamo sul punto a precisare che difenderemo in tutte le sedi competenti la serenità dei nostri clienti e l’onorabilità del nostro operato”.

Quello di Torino era un concorso bandito dopo dieci anni di blocco delle assunzione e al quale hanno partecipato seimila candidati, 2.500 dei quali hanno superato la prova preselettiva. Un passaggio reso necessario proprio dall’elevato numero di partecipanti ma che si è rivelato, anche questo, un pasticcio. I candidati hanno svolto la prova preselettiva il 27 aprile (in due turni) e il 28 aprile (il terzo turno).

Qual è stato il pasticcio: che i candidati del secondo giorno (quelli del terzo turno, per intenderci), hanno avuto la possibilità di conoscere in anticipo le risposte del quiz, non perché ci fosse una talpa, ma perché erano state somministrate le stesse domande (12 su 30) del giorno prima. Appunto un pasticcio contro il quale hanno fatto ricorso in 19 ai quali ha dovuto dare ragione il Tar del Piemonte.

 

Salvatore Petrarolo

Foto: web

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