Dopo il rinvenimento di ratti morti per ragioni inspiegabili nella contea di Menghai, i test sulla popolazione locale hanno permesso di scoprire il contagio.
Lo scorso agosto due persone erano morte di peste bubbonica nella regione autonoma della Mongolia Interna, nel Nord della Cina. Il contagio era probabilmente giunto dalla confinante Mongolia, dove 17 province su 21 furiono dichiarate a rischio per il diffondersi della malattia.
Ora è la contea di Menghai, nella provincia meridionale dello Yunnan (confine con la Birmania), a dichiarare lo stato di emergenza di livello 4. Lo ha fatto dopo che un bambino di tre anni è risultato positivo al bacillo della peste bubbonica. Nei giorni precedenti gli abitanti di un villaggio dell’area avevano segnalato il rinvenimento di ratti morti per ragioni inspiegabili. Personale sanitario aveva quindi effettuato test sulla popolazione locale, scoprendo il contagio.
Il bambino avrebbe sintomi lievi e non ci sarebbero notizie di altre persone contagiate. “Sul posto è stato istituito un team professionale di esperti per eseguire ispezioni, diagnosi e quarantena, per condurre un’indagine completa sui pazienti con febbre e per attuare l’isolamento e la diagnosi dei pazienti sospetti, e varie attività di prevenzione e controllo epidemico”. Così si legge in un comunicato diramato dall’amministrazione della contea, dal quale si apprende anche che sono in corso attività di disinfestazione per eliminare le pulci dei ratti che veicolano il bacillo.
Redazione Nurse Times
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