Firenze 24 luglio 2023. L’attività aggiuntiva del personale sanitario sta vivendo un vero e proprio boom anche a Firenze, sollevando preoccupazioni riguardo alla gestione delle risorse e all’erogazione dei servizi ai cittadini.
L’attività aggiuntiva rappresenta ore di lavoro svolte al di fuori dell’orario normale, un modo per compensare il personale per gli straordinari e garantire la copertura dei servizi. Tuttavia, secondo quanto segnalato dal sindacato, la spesa per queste attività è aumentata in modo esponenziale negli ultimi cinque anni, passando dai poco più di 3 milioni di euro del 2017 agli oltre 11 milioni del 2022.
Ciò solleva un paradosso preoccupante: le risorse destinate alle attività aggiuntive non vengono conteggiate nella spesa complessiva del personale, impedendo così di sfruttarle per le assunzioni aggiuntive.
“Tale situazione pone sotto pressione le lavoratrici e i lavoratori, mentre dovremmo puntare a investire in lavoro stabile per fornire servizi adeguati ai cittadini”, afferma il sindacato.
La Regione Toscana, dopo un periodo di assunzioni avvenute durante la pandemia, impone ora alle aziende sanitarie di ridurre i costi del personale e mantenere un tetto massimo di spesa. Questa limitazione ha reso difficoltoso effettuare nuove assunzioni, nonostante le esigenze di salute della popolazione e le lunghe liste di attesa per i servizi sanitari.
Le criticità segnalate fanno emergere la necessità di un intervento per modificare le norme nazionali e consentire alle aziende di investire in lavoro stabile, al fine di migliorare l’accessibilità e la qualità dei servizi sanitari forniti ai cittadini.
La situazione a Firenze rispecchia un problema più ampio che coinvolge l’intero settore sanitario nazionale. Affrontare efficacemente questa questione richiederà un’attenta riflessione sul bilanciamento tra spese, attività aggiuntive e nuove assunzioni, per garantire un sistema sanitario efficiente ed equilibrato, in grado di soddisfare le esigenze della popolazione.
Redazione NurseTimes
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