L’ iniziativa “Mare senza frontiere” rappresenta una bella novità nel panorama delle spiagge siciliane, perché è uno dei pochi esempi in cui sono le istituzioni a interessarsi seriamente delle necessità dei bagnanti con disabilità. L’idea è nata nell’Azienda sanitaria provinciale di Ragusa, grazie anche alla sensibilità del direttore generale Angelo Aliquò, e in seguito è stata proposta ai sindaci degli otto comuni iblei che hanno accesso al mare (Marina di Ragusa, Punta Secca, Pozzallo, Marina di Acate, Donnalucata, Marina di Modica, Scoglitti e Marina di Ispica).
Gli amministratori hanno accolto con entusiasmo la proposta, e così nelle spiagge più frequentate della provincia ormai, universalmente nota per la fiction del commissario Montalbano, sono state installate postazioni attrezzate con piattaforme e pedane per raggiungere i gazebo provvisti di job, sedie adatte per andare in acqua, docce e bagni. Inoltre, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 19, in ogni lido sono presenti due
operatori socio-sanitari, mentre in quattro di essi, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12, è prevista la presenza di due infermieri.Oltre alla completa accessibilità al mare, le associazioni Samot Palermo e Ragusa garantiscono l’assistenza medica, rassicurante per tutti i bagnanti. “Il progetto sta avendo un altissimo riscontro in termini di utenza – fanno sapere dall’Asp Ragusa -. Chiunque può accedere al servizio: alcuni prenotano, altri arrivano direttamente senza farlo. Le spiagge coinvolte sono libere e l’accesso, ovviamente, è gratuito”.
Costato 77mila euro, “Mare senza frontiere” è un esempio virtuoso che tutte le altre aziende sanitarie siciliane, e le istituzioni in genere, dovrebbero seguire e imitare. Non si può eludere il problema dell’inaccessibilità alle spiagge e lasciare ad associazioni e privati l’onere di assicurare la fruibilità del mare alle persone diversamente abili. I diritti devono essere garantiti e difesi dagli enti, senza fare affidamento sulla buona volontà e sulla sensibilità dei comuni cittadini.
Redazione Nurse Times
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