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Apnee ostruttive del sonno: un aiuto dalla telemedicina

Il monitoraggio da remoto può migliorare la compliance del paziente.

La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (Osas) è una patologia cronica di cui soffre, secondo le stime, un milione di persone nel mondo. Si tratta di quasi un settimo della popolazione mondiale. La diagnosi si effettua attraverso un esame strumentale (poligrafia) e il trattamento passa dall’adozione di uno stile di vita sano, unito nella maggior parte dei casi all’utilizzo di un device a pressione continua chiamato Cpap (Continous positive airway pressure). L’efficacia di questo trattamento è legata alla compliance del paziente, che deve autosomministrarselo per almeno quattro ore a notte per il 70% dei giorni, oppure più di quattro ore a notte per più di cinque giorni a settimana.

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Il trattamento presenta tuttavia un importante tasso di abbandono, legato soprattutto a un “adattamento alla terapia” che può variare da paziente a paziente e che dipende un insieme di fattori non sempre prevedibili all’avvio della terapia stessa. Tra questi, il livello di comfort dato dall’insieme di device e interfaccia e gli aspetti psicologici correlati al dover dormire indossando una maschera. I dati dimostrano come il 25% dei pazienti diagnostici a cui si prescrive la terapia con Cpap ne sospendano l’utilizzo dopo appena due settimane, mentre nei pazienti che accettano l’utilizzo del dispositivo a pressione positiva continua, un’adeguata aderenza a lungo termine può variare dal 46% al 89%, in base alla durata del follow-up.

Fattore chiave nelle prime settimane di terapia, è quindi supportare e formare il paziente sia sulla sua patologia che sui medical device necessari per trattarla, proponendo una strategia educativa di breve e medio termine

. Per garantire invece una conformità a lungo termine, è necessario prevedere un percorso efficace di follow-up, effettuando visite periodiche del paziente e monitorando continuamente la sua terapiaLo sviluppo della telemedicina e la gestione di tecnologia con la capacità di trasmettere dati da remoto hanno contribuito ad agevolare tale processo. Alcuni studi, infatti, dimostrano come l’impatto sulla compliance del paziente delle visite face-to-face mensili sia simile alle visite trimestrali, associate a un telemonitoraggio dei dati del paziente da remoto. Questo permette una contrazione di costi per il paziente, a fronte di minori liste d’attesa per gli ospedali.

Vivisol è stato un pioniere nell’offrire al paziente un percorso di follow-up con integrato il telemonitoraggio. Il servizio è effettuato da una propria centrale medica, il Centro clinico remoto, cuore innovativo del servizio Vivisol, che grazie a medici appositamente formati supporta i pazienti e affianca lo specialista al fine di raggiungere i migliori risultati di salute possibili.

Redazione Nurse Times

Fonte: AboutPharma

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