Fondo sanitario a 143 miliardi nel 2026: piano straordinario di assunzioni, più prevenzione, domiciliarità e tetto farmaceutico
La prossima Legge di Bilancio comincia a definire le misure per la sanità pubblica. Oltre ai 4 miliardi già stanziati nella precedente manovra, il Governo starebbe valutando un ulteriore apporto di 2,5 miliardi. Questo porterebbe il Fondo sanitario nazionale (FSN) a toccare valori prossimi ai 143 miliardi per il 2026. L’annuncio — rilanciato dal ministro della Salute Orazio Schillaci — punta a evitare una discesa della spesa sanitaria sotto il 6,4% del PIL. Questo avviene a tutela della tenuta dei servizi ospedalieri e territoriali.
Le risorse extra sono pensate per un pacchetto articolato che risponde a tre priorità: personale, prevenzione e servizi territoriali.
In primo piano c’è il cosiddetto Piano straordinario di assunzioni — una misura triennale (2026-2028) che mira a contrastare la carenza cronica di professionisti nel Servizio sanitario nazionale (SSN). Secondo le indiscrezioni, il piano prevederebbe l’assunzione di circa 2.000 medici e 25.000 infermieri. I costi sono progressivi (400 mln nel 2026; 840 mln nel 2027; ~ 1,5 mld a regime dal 2028). Lo scopo dichiarato è rafforzare pronto soccorso, cure specialistiche e assistenza territoriale.
Accanto al personale, il testo in preparazione riserva risorse a interventi di prevenzione e alla domiciliarità. Circa 1 miliardo sarebbe destinato alla prevenzione (screening, vaccini, programmi sanitari sul territorio). Inoltre, 700 milioni sono previsti per potenziare l’assistenza domiciliare integrata, servizio chiave per ridurre i ricoveri non necessari e alleggerire la pressione sugli ospedali. Queste scelte riflettono la priorità politica di spostare parte dell’assistenza dai luoghi ospedalieri ai servizi territoriali e domiciliari.
Un capitolo rilevante riguarda la farmaceutica.
È allo studio l’innalzamento del tetto di spesa per gli acquisti diretti (una misura indicata nello 0,5% addizionale). Questo è equivalente a circa 700 milioni e mira a ridurre l’impatto del meccanismo del payback sulle aziende farmaceutiche. La misura è motivata anche dall’impatto dei nuovi dazi internazionali e dalle tensioni sui prezzi. Così, l’innalzamento del tetto dovrebbe alleggerire la pressione sui bilanci delle imprese e bilanciare scelte di politica industriale e sanitaria.
Infine, la farmacia dei servizi, la sperimentazione avviata negli anni scorsi, è destinata a essere stabilizzata. Si parla di fondi specifici per la sua messa a regime (una voce indicativa attorno ai 70 milioni). La stabilizzazione punta a formalizzare l’integrazione delle farmacie nella rete dei servizi territoriali. Essa comprende la presa in carico dei pazienti cronici e servizi di prevenzione e monitoraggio. Questo riduce la pressione sui presidi ospedalieri e sui servizi territoriali.
Contesto e criticità: dove potrebbero essere assorbite le risorse
Non mancano voci critiche e analisi indipendenti che avvertono sui limiti pratici delle risorse annunciate. Organismi di monitoraggio sanitario sottolineano che buona parte dell’aumento del FSN può essere assorbita dal rinnovo dei contratti e da costi fissi già impegnati. Questo lascia meno margine per nuove assunzioni o investimenti strutturali. Per questo le associazioni scientifiche e sindacali chiedono regole chiare su come saranno effettivamente destinati questi fondi.
Impatto sui territori e sugli ospedali
Se confermate, le misure potranno influire su diversi fronti:
- Ospedali: alleggerimento delle liste d’attesa e potenziamento dei reparti con + personale; possibile riduzione dei carichi su pronto soccorso.
- Territorio: potenziamento dell’assistenza domiciliare e servizi di prevenzione, con effetti sui ricoveri evitabili.
- Industria farmaceutica: riduzione della pressione del payback, possibili effetti su prezzi e disponibilità di farmaci.
Questi sviluppi avranno ricadute sul lavoro quotidiano di medici, infermieri, farmacisti e operatori socio-sanitari e andranno monitorati con indicatori di outcome e trasparenza sugli investimenti.
Redazione NurseTimes
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