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Esercizio professionale in deroga fino al 2029, Fnomceo e Fnopi: “Rivedere subito la decisione. Non servono proroghe, ma interventi strutturali”

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa congiunto di Fnomceo e Fnopi.

“La decisione di prorogare fino al 2029 l’esercizio professionale in deroga, assunta con la Legge di Bilancio, ci coglie di sorpresa e genera grande amarezza in quanto disattende gli impegni presi pubblicamente nei confronti dei cittadini e di chi ‘con passione e dedizione si prende cura di chi soffre a causa di una malattia’, come ha sottolineato recentemente il presidente della Repubblica”. Così, in una nota congiunta, Fnomceo e Fnopi commentano la modifica dell’articolo 15 del Decreto legge 30 marzo 2023, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla Legge 26 maggio 2023, n. 56.

“Da tempo, come enti sussidiari dello Stato, chiediamo tutele adeguate per garantire la salute pubblica – proseguono le Federazioni di medici e infermieri -. L’assistenza di qualità non si assicura attraverso deroghe al riconoscimento dei titoli dei professionisti sanitari esteri ed extracomunitari, ma attraverso una attenta verifica dei percorsi formativi al fine di consentire a tutti coloro che esercitano nel nostro Paese il possesso di un’adeguata preparazione, coerente con i programmi formativi uniformemente presenti nei nostri Stati Europei”.

“In tal senso – proseguono Fnomceo e Fnopi – anche la deroga all’iscrizione agli Ordini professionali da parte di questi professionisti costituisce un vulnus, in quanto l’attività svolta dagli Ordini è fondamentale al fine di assicurare il rispetto dei principi deontologici delle nostre Federazioni, l’adempimento degli obblighi di formazione continua e la conoscenza della lingua italiana. È urgente, quindi, che il Parlamento riveda la scelta, con il primo provvedimento normativo utile, e avvii un confronto con le professioni sanitarie per l’individuazione di percorsi condivisi e attenti ai reali bisogni delle persone”.

Concludono Fnomceo e Fnopi: “Occorre un controllo rigoroso dal punto di vista delle competenze, della conoscenza della lingua e dell’obbligo formativo. Non è più tollerabile agire in emergenza e rincorrere i fatti di cronaca con soluzioni tampone. Al contrario, c’è bisogno di un intervento strutturale che affronti il tema della carenza di professionisti con regole certe, perché la priorità delle istituzioni e degli operatori è il cittadino con i suoi bisogni di salute”.

Redazione Nurse Times

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