La crisi del personale sanitario in Italia si aggrava: medici e infermieri stanno scegliendo sempre più spesso la via del confine, attratti da condizioni economiche e lavorative nettamente migliori in Svizzera. In Lombardia, le difficoltà sono molteplici, da stipendi bassi e turni massacranti a episodi di stress e aggressioni, tanto che ormai la scelta di diventare frontalieri non è più un’eccezione ma una tendenza.
I numeri della crisi
Negli ultimi anni, dati dell’OCSE evidenziano che tra il 2018 e il 2021 ben 2.526 medici e 2.342 infermieri italiani si sono trasferiti in Svizzera, stabili o come pendolari. Questa migrazione di professionisti, che interessa soprattutto le province di confine, ha conseguenze dirette sulla capacità del sistema sanitario italiano di garantire servizi efficienti e di qualità.
Impatto sulle province di confine
Le province come Como e il Varesotto sono tra le più colpite:
- Caso Como: In vent’anni il numero degli operatori sanitari è sceso in modo significativo.
- Varesotto: Negli ultimi tre anni, ben 350 professionisti hanno abbandonato la regione.
Questi numeri dimostrano come il fenomeno della fuga dei talenti stia indebolendo la capacità operativa degli ospedali e delle aziende sanitarie locali.
Il richiamo del Canton Ticino
La scelta del Canton Ticino come meta preferita si fonda su condizioni economiche decisamente più vantaggiose. Un infermiere in Svizzera può arrivare a guadagnare fino a 6.250 euro netti mensili, anche senza straordinari.
In Italia, invece, il salario medio annuo si attesta sotto i 25mila euro.
Questa disparità rende particolarmente attraente il passaggio al sistema sanitario svizzero per molti professionisti.
La proposta di una indennità (provvisoria)
Per cercare di arginare il fenomeno della fuga dei medici e infermieri, la Regione Lombardia ha avanzato una proposta che prevede un’indennità mensile temporanea rivolta a medici, infermieri e tecnici sanitari che operano nelle aree marginali e di confine.
La proposta prevede 800 euro lordi per il personale della dirigenza medica, 400 euro lordi per il personale tecnico sanitario, 350 euro lordi per il personale infermieristico.
La misura, valida per un minimo di tre anni, mira a fornire un incentivo economico immediato, seppur temporaneo, per trattenere il personale.
Nonostante la proposta possa rappresentare un primo passo verso il miglioramento delle condizioni lavorative, resta chiaro che misure temporanee e incentivi economici parziali non bastano a risolvere una crisi che ha radici strutturali.
Turni massacranti e stress
La qualità della vita lavorativa in Italia è compromessa da orari insostenibili e ambienti di lavoro sempre più stressanti.
Disparità salariali
Anche con l’indennità, il gap retributivo rispetto alla Svizzera è notevole, rendendo difficile invertire la rotta della fuga dei talenti.
Basterà tutto ciò a riequilibrare le sorti della sanità lombarda di confine?
Redazione NurseTimes
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Perché 400€ ai tecnici e 350€ agli infermieri?
Quanti infermieri posso andare in Svizzera e trovare ancora posti di lavoro liberi?
Il resto degli infermieri che cosa faranno?
Povero comparto gli unici che hanno problemi sono gli infermieri, poveretti, non potevano iscriversi all’università e fare i medici?!