Bologna, 27 marzo 2025 – In una storica sentenza, il Tribunale di Bologna ha riconosciuto il diritto al buono pasto sostitutivo per gli infermieri e operatori sanitari che lavorano turni notturni o orari superiori a sei ore, quando l’accesso alla mensa aziendale non è possibile. Questa decisione, che interessa il personale dell’Ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola, rappresenta una svolta nella tutela dei diritti lavorativi in ambito sanitario.
Un passo importante per la tutela del personale sanitario
Il ricorso, presentato da numerosi infermieri e sostenuto dagli Avvocati Nicola Toscano e Olimpia Fortunato, nonché dal sindacato FIALS, mette in luce l’impegno nel garantire condizioni adeguate di lavoro dignitose. La sentenza stabilisce il risarcimento per ogni turno notturno non coperto da pausa mensa, fissando un importo di 4,12 euro per ciascuna prestazione svolta negli ultimi cinque anni.
Implicazioni economiche e sociali
Questa decisione non si limita a riconoscere un beneficio economico: essa rafforza il concetto che anche i lavoratori in turnazione continuativa hanno diritto a pause adeguate. L’adozione dei buoni pasto sostitutivi dimostra come il diritto al benessere debba essere tutelato anche in situazioni di difficoltà organizzative, aprendo la strada a ulteriori battaglie per il riconoscimento dei diritti nel settore sanitario.
Il significato della sentenza nel contesto sanitario
Nel contesto di un sistema sanitario sotto pressione, la sentenza assume un valore simbolico e pratico: garantire il diritto al ristoro è essenziale per il recupero fisico e mentale degli operatori, elementi indispensabili per la sicurezza dei pazienti. Questa decisione segna un precedente importante e potenzialmente estensibile ad altre strutture sanitarie, in linea con le recenti iniziative di tutela dei lavoratori in vari comparti.
Il verdetto del Tribunale di Bologna potrebbe innescare ulteriori azioni legali a livello regionale e nazionale, spingendo le aziende sanitarie a rivedere le proprie politiche interne e a riconoscere diritti fondamentali a tutto il personale. Con questo passo, il sistema sanitario riceve un segnale forte: il benessere dei lavoratori è un investimento per la salute collettiva.
Redazione NurseTimes
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