Il ministro Schillaci revoca il comitato vaccini dopo la bufera scatenata dalle nomine di due esperti anti-vaccini
Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha firmato questa mattina l’atto di revoca ufficiale del NITAG (Gruppo tecnico consultivo nazionale per le vaccinazioni), a dieci giorni dal decreto di nomina degli esperti che lo componevano.
La decisione arriva nel cuore delle polemiche, dopo una tempesta mediatica e scientifica scatenata dalla scelta di due membri considerati no-vax: il pediatra Eugenio Serravalle e l’ematologo Paolo Bellavite.
La pressione mediatica è aumentata quando riviste internazionali autorevoli hanno dedicato spazio alla vicenda: il British Medical Journal (BMJ) ha pubblicato un’analisi sulle nomine più controverse, contribuendo a proiettare la discussione sul piano internazionale e a sollevare dubbi sulla reputazione delle istituzioni italiane in ambito sanitario.
Una nomina contestata: la reazione del mondo scientifico
La lista dei nuovi componenti del NITAG era stata pubblicata il 6 agosto, scatenando un’ondata di criticità da parte del mondo medico-scientifico. La petizione lanciata dal Patto trasversale per la scienza (PTS), con oltre 16.000 firme, tra cui quella del premio Nobel Giorgio Parisi, ha chiesto la revoca delle nomine “nell’interesse del bene comune e in osservanza ai principi scientifici”.
Il numero di adesioni è aumentato rapidamente: da 16.000 a oltre 21.000 firme, secondo fonti più recenti.
Anche la FNOMCeO (Federazione degli Ordini dei Medici) si è espressa con forza, richiedendo una rifondazione del comitato, mentre società scientifiche, pediatri e igienisti hanno denunciato una grave lesione della credibilità della sanità pubblica. Il nostro quotidiano si è da subito schierato contro questa scelta del ministro.
Attacchi politici e dimissioni clamorose
Le opposizioni non si sono risparmiate: alcuni esponenti di Italia Viva hanno definito Bellavite e Serravalle “ultrà no-vax”, mentre la Lega ha sottolineato che “la scienza è discussione, non imposizione”.
Intanto, a dimostrazione del clima incandescente, una componente del comitato, Francesca Russo, ha rinunciato all’incarico citando incoerenze e la presenza di posizioni non condivisibili sul piano scientifico.
Le contestazioni iniziali non si sono limitate a opinioni divergenti sulla politica vaccinale: critici e colleghi hanno messo in discussione il curriculum scientifico dei due esperti, rilevando un indice di produttività (H-index) e una produzione di pubblicazioni ritenuti insufficienti rispetto allo standard atteso per incarichi di tale rilievo. Sono circolate inoltre accuse di logiche politiche dietro alcune designazioni, con commenti che parlano di “promesse” e scambi politici — elementi che hanno ulteriormente inasprito il dibattito pubblico.
Schillaci: tempestività ed etica scientifica
Secondo quanto riportato, la scelta dei membri del comitato era avvenuta all’interno del Ministero, ma il ministro ha rilanciato: l’atto, firmato poco prima di Ferragosto, conteneva criticità che è stato tempestivamente corretto.
Un appello della sanità privata accreditata, firmato dalla presidente Mariastella Giorlandino, ha sostenuto la decisione di Schillaci come gesto di coerenza etica e scientifica, votato alla tutela della salute pubblica e della legalità.
Contesto e rilevanza per la sanità pubblica
Il NITAG, ex organismo di consulenza strategica del Ministero, aveva il compito di formulare raccomandazioni vaccinali, incluse quelle pediatriche e le nuove strategie sanitarie. La fiducia in questo organismo è fondamentale per la prevenzione, la gestione delle emergenze sanitarie e la credibilità delle politiche vaccinali.
Le nomine contestate erano percepite come un indebolimento della cultura della prevenzione in Italia, soprattutto in un momento in cui l’esitazione vaccinale è già una sfida reale.
Redazione NurseTimes
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