Viaggio dentro l’ospedale di frontiera al centro storico di Napoli — reperibilità permanente, turni a “nuclei” e disparità operative esasperano il personale
NAPOLI — Una segnalazione anonima partita dall’interno dell’Azienda Ospedaliera dei Pellegrini accende l’attenzione su problemi organizzativi e condizioni di lavoro che, secondo il personale infermieristico, rischiano di compromettere il servizio offerto al pronto soccorso di Napoli. Questa notizia mette al centro temi di attualità legati ai diritti dei lavoratori, alla turnazione e alla sicurezza assistenziale.
Un presidio “di frontiera” nel cuore della città
L’ospedale dei Pellegrini è l’unico pronto soccorso del centro storico e da sempre considerato un presidio “di frontiera”: qui si ricevono emergenze complesse e pazienti in condizioni socio-sanitarie spesso critiche. «Arrivano persone in ciabatte e pretendono di essere i padroni», racconta una infermiera che ha preferito rimanere anonima per timore di ritorsioni: «il posto fisso è sempre il posto fisso, e le ritorsioni sono un rischio concreto».
L’organizzazione “a nuclei”: come funziona e dove si inceppa
Secondo la denuncia, la turnazione è articolata in tre “nuclei” — Nucleo 1 (rianimazione, UTIC, blocco operatorio, dialisi), Nucleo 2 (nefrologia, chirurgia, cardiologia, pronto soccorso oculistico), Nucleo 3 (medicina, chirurgia vascolare, ortopedia, chirurgia della mano) — ciascuno chiamato a coprire più reparti contemporaneamente. Se da un lato la struttura a nuclei nasce per razionalizzare risorse e competenze, dall’altro la segnalazione evidenzia criticità: la sovrapposizione di emergenze in più reparti può lasciare il personale scoperto e l’organizzazione in difficoltà.
Reperibilità h24: la rinuncia alla vita privata
Il punto più controverso è la gestione della reperibilità. «Da due anni siamo SEMPRE reperibili per il nostro nucleo e per tutto l’ospedale. Non esiste più la rotazione di primo, secondo e terzo reperibile: la chiamata può arrivare in qualunque momento», denuncia la fonte. Per molti infermieri ciò si traduce nella rinuncia alla vita privata: impossibilità di programmare impegni familiari, sociali o weekend. «Io i soldi della reperibilità non li voglio: voglio poter vivere oltre che lavorare», afferma la fonte, ribadendo come il compenso non compensi il costo umano.
Disparità tra reparti e comportamenti opportunistici
La segnalazione lamenta inoltre disparità nell’assegnazione della reperibilità e comportamenti scorretti da parte di alcuni colleghi: in pronto soccorso, ad esempio, su tre operatori è reperibile solo uno, che spesso risulta indisponibile per malattia o ricorso alla legge 104 nei giorni in cui è previsto il servizio on-call. La fonte parla di «furbetti» e accusa anche i sindacati di scarsa tutela: «Ci dissero di tacere perché la reperibilità era pagata, ma a molti fa comodo prenderla senza essere disponibili».
Sindacati, direzione e possibili verifiche
La denuncia solleva interrogativi di natura contrattuale e deontologica: le modalità di reperibilità applicate rispettano i contratti di lavoro e la normativa sul riposo? Per chiarire questi aspetti sarebbero necessarie verifiche da parte dell’azienda ospedaliera, dei sindacati e, se del caso, degli organismi ispettivi competenti. La questione investe non solo i diritti dei lavoratori, ma la qualità e la continuità dell’assistenza ai cittadini.
Impatto sulla sicurezza dei pazienti e sulla qualità dell’assistenza
Turni esasperanti, reperibilità permanente e disparità operative possono avere ricadute dirette sulla sicurezza clinica: aumento del rischio di errore, affaticamento del personale e riduzione della capacità di risposta in caso di picchi di domanda. Il presidio dei Pellegrini, avverte la segnalazione, rischia di svuotarsi di energie proprio quando la città più ne ha bisogno.
Un appello e una domanda aperta
La lettera si chiude con una domanda destinata a scuotere le coscienze: «Tutto questo è legittimo?» L’appello è chiaro: verificare se le regole applicate ai nuclei infermieri del Pellegrini rispettino i diritti dei lavoratori e le norme vigenti, prima che stanchezza e frustrazione indeboliscano un presidio fondamentale per il centro di Napoli.
Redazione NurseTimes
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