Crediti d’imposta fino a €3.500, punteggio doppio nei concorsi e fondi straordinari: le misure per rafforzare presidi e personale sanitario nelle zone montane italiane
La Legge 12 settembre 2025, n. 131 — pubblicata in Gazzetta Ufficiale — introduce una serie di misure strutturali per contrastare lo spopolamento e la desertificazione dei servizi nelle aree montane, con particolare attenzione alla sanità di montagna e al personale sanitario (medici, infermieri, OSS) che opera in territori svantaggiati.
Misure principali e impatto sul personale sanitario
La normativa punta su due leve principali: riconoscimenti di carriera e incentivi economici diretti.
Punteggio doppio nei concorsi: ogni anno di servizio prestato in strutture sanitarie ubicate nei comuni montani viene valutato con peso doppio ai fini della partecipazione alle procedure concorsuali del Servizio Sanitario Nazionale. La previsione vale anche, in termini di valore professionale, come titolo preferenziale per incarichi apicali (es. direttore sanitario).
Credito d’imposta per la casa: viene riconosciuto un credito d’imposta per chi acquista o prende in affitto un’abitazione nei comuni montani o limitrofi e lavora in una struttura sanitaria locale:
- fino a €2.500 annui (pari al 60% della spesa ammessa) per affitto o mutuo;
- fino a €3.500 annui (fino al 75% della spesa ammessa) nei comuni con meno di 5.000 abitanti dove sono presenti minoranze linguistiche storiche (es. ladini, sloveni, occitani).
- Bonus montagna in busta paga: è previsto un emolumento accessorio (da ripartire con contrattazione collettiva) finanziato con risorse dedicate dirette a trattenere e premiare chi già opera in montagna; la ripartizione operativa sarà definita con successivi decreti.
Risorse e tempistica: cosa finanzia la legge
La Legge prevede l’istituzione/ricognizione di un Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane dotato di risorse significative: secondo il testo e i dossier collegati, sono destinati 200 milioni di euro annui per il triennio 2025–2027, destinati a misure fiscali, incentivi al personale, digitalizzazione, mobilità e servizi essenziali.
I decreti attuativi — necessari per definire criteri operativi (elenco dei comuni “montani” o “limitrofi”, parametri per il riconoscimento dei crediti d’imposta, modalità di riparto del fondo per gli emolumenti) — sono attesi nelle prossime settimane: la loro approvazione sarà determinante per tradurre le norme in benefici concreti.
Perché queste misure sono rilevanti: contesto e dati
Le aree montane italiane registrano da anni un deficit di presidi e professionisti sanitari: carenza di medici di base, reparti ridotti o chiusi, tempi di intervento più lunghi e difficoltà di accesso a servizi specialistici. La combinazione di incentivi economici (credito d’imposta, emolumenti in busta), valorizzazione concorsuale (punteggio doppio) e fondi strutturali mira a spezzare la spirale dello spopolamento e a rendere più attrattivo il servizio nelle terre alte. Fonti ufficiali e analisi giuridiche segnalano tuttavia che l’impatto effettivo dipenderà dalla rapidità e dalla qualità dei decreti attuativi.
Aspetti pratici per operatori e amministrazioni locali
Operatori sanitari: chi lavora già in montagna dovrebbe conservare documentazione dei periodi di servizio (per il riconoscimento dei punteggi) e, in caso di trasferimento, valutare l’eventuale accesso al credito d’imposta in sede di dichiarazione redditi.
Regioni e ASL: dovranno predisporre procedure per la certificazione dei servizi prestati in comuni montani, definire modalità di integrazione regionale degli incentivi e valutare piani di retention sul personale
Redazione NurseTimes
Fonte: Gazzetta Ufficiale
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