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Infermieri In Pillole: i farmaci antistaminici

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Infermieri in pillole: la nuova rubrica sul settore della farmacologia, diretta da infermieri per infermieri
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Altra categoria di farmaci largamente usata nel nostro stato, gli antistaminici vedono il loro largo utilizzo sia per affezioni allergiche, che per contesti patologici a livello gastrico.

I dati ISTAT parlano chiaro: nel 2016, le persone affette da malattie allergiche croniche in Italia sarebbero il 10,7% della popolazione; il Nord-Ovest è il territorio con più casi registrati (11,7%), mentre il Sud è quello con il minor numero di casi registrati dalle indagini Istat (9,7%).

Per quanto riguarda l’età, i giovani fino ai 14 anni e gli ultra settantacinquenni sono coloro tra i quali sembrano meno diffuse le malattie allergiche (ne è colpito il 6,8% dei giovanissimi e l’8,6% dei più anziani), mentre la fascia d’età in cui trovano maggiore diffusione, secondo questi dati Istat, è quella compresa tra i 20 e i 24 anni, con il 14,5% delle persone che soffrirebbe di un’allergia.

L’istamina è un mediatore chimico contenuto principalmente nei mastociti tessutali (presenti a livello della cute e delle mucose gastrointestinali e respiratorie), nei basofili circolanti e nei neuroni; in tali sedi viene liberata a seguito di eterogenei stimoli sia immunologici sia non-immunologici: allergenici, flogistici, tossici, chimici e iatrogenici.

Gli allergeni sono antigeni che causano reazioni allergiche. La maggioranza degli allergeni che reagiscono con IgE ed IgG sono proteine, spesso glicosilate. In alcuni casi, anche i carboidrati si possono comportare da allergeni. In casi più rari alcune sostanze a basso peso molecolare (es. isocianati e anidridi) che funzionano da apteni, sono definiti allergeni.

L’istamina deriva dalla decarbossilazione dell’istidina per opera di una istidinadecarbossilasi presente nel citoplasma cellulare; essa ha azione di breve durata (1-10 minuti) venendo rapidamente degradata ad acido imidazolacetico ed è un autacoide cioè un mediatore flogistico endogeno capace di autoregolare la sua stessa produzione con un meccanismo di feed back negativo.

L’istamina endogena, oltre ad essere il principale mediatore della risposta allergica immediata, svolge molteplici funzioni: partecipa alla regolazione della secrezione gastrica (attraverso l’azione dei recettori H2), gioca un importante ruolo come neurotrasmettitore a livello del sistema nervoso centrale e possiede attività immunomodulante. L’istamina svolge le sue azioni legandosi a recettori specifici posti sulla membrana di diversi stipiti cellulari circolanti e residenti (oltre ai mastociti, cellule dell’endotelio dei vasi, fibre nervose sensitive, muscolatura liscia bronchiale), determinando effetti diversi a seconda del sito e del tipo di recettore con cui interagisce. La loro attivazione può causare pertanto una molteplicità di azioni biologiche come vasodilatazione, aumento della permeabilità vascolare, prurito, contrazione della muscolatura liscia, spasmo delle arterie coronariche, regolazione del ritmo sonno-veglia.

Ad oggi riscontriamo vari tipi di recettori istaminici:

Gli antistaminici di prima generazione sono piccole molecole lipofile che attraversano la barriera emato-encefalica e interagiscono con la trasmissione istaminergica centrale. Non sono quindi specifici per i recettori H1 ma possono provocare sedazione e effetti avversi dovuti all’attività anticolinergica. All’interno degli antistaminici di prima generazione si distinguono diversi gruppi sulla base della struttura chimica.
Gli antistaminici che conosciamo oggi, furono scoperti per la prima volta da Bovet e Staub nel 1937: i primi tra questi farmaci erano però troppo tossici per un uso clinico. Dallo schema precedente si possono distinguere due grandi famiglie di antistaminici: gli antistaminici H1 e antistaminici H2. È possibile distinguere poi antistaminici H1 di prima e seconda generazione. Gli effetti farmacologici e le applicazioni terapeutiche sono simili, ma gli antistaminici di seconda generazione comportano un minor numero di effetti avversi poiché sono più selettivi per i recettori H1 periferici.

  • Etilendiammine (prototipo: pirilamina): all’interno di questo gruppo rientrano alcuni antagonisti H1 più specifici. Gli effetti a livello del SNC sono relativamente deboli, ma sono frequenti gli effetti a livello gastrointestinale.
  • Etanolamine (prototipo: difenidramina): hanno spiccata attività antimuscarinica, tendenza a indurre sedazione e bassa incidenza di effetti avversi a livello gastrointestinale.
  • Alchiilamine (prototipo: clorfeniramina): all’interno di questa classe rientrano gli antagonisti H1 più potenti. Piperazine di prima generazione: all’interno di questa classe rientrano la clorciclizina, che ha una maggiore durata d’azione e un’incidenza di sedazione relativamente bassa, l’idrossizina, usata nel trattamento delle allergie cutanee per via della sua azione depressiva centrale, ciclizina e meclizina, usate come antiemetici.
  • Dibenzoxepine tricicliche: l’unico farmaco appartenente a questa classe è la doxepina, disponibile in commercio come antidepressivo triciclico. La doxepina è un potente antagonista H1, si associa a sedazione ed effetti anticolinergici ed è meglio tollerata nei pazienti depressi.
  • Piperidine di prima generazione (ciproeptadina, fenidamina): causano sedazione, hanno importanti effetti anticolinergici e possono aumentare l’appetito.

Gli antistaminici di seconda generazione sono stati ottenuti attraverso modificazioni degli antagonisti di prima generazione ed hanno maggiore selettività. Poichè non hanno proprietà antimuscariniche e non passano la BEE, non presentano molti effetti collaterali tipici dei farmaci di prima generazione o li presentano in maniera ridotta. Per questo motivo, generalmente sono usati come farmaci di prima scelta nella terapia dei disturbi allergici.

Gli antistaminici H2 invece, inibiscono la secrezione acida gastrica indotta dall’istamina in maniera dosedipendente e competitiva. Inibiscono anche la secrezione acida gastrica mediata dalla gastrina e, in misura minore, quella mediata dall’ACh. Gli antistaminici H2 inibiscono la secrezione acida basale e notturna, come pure quella stimolata dal cibo, e riducono la secrezione del fattore intrinseco (ma non in misura tale da influire sull’assorbimento della vitamina B12). La loro azione è mediamente efficace intorno alle 10 ore. Per questo motivo vengono somministrati due volte al giorno. Essi comprendono: cimetidina, ranitidina, famotidina, nizatidina e roxatidina.

Gli antagonisti dei recettori H2 inibiscono la secrezione acida attraverso la competizione reversibile con l’istamina per il legame ai recettori H2 sulla membrana baso-laterale delle cellule parietali, inibendo prevalentemente la secrezione acida basale e quella notturna. La secrezione di acido gastrico da parte delle cellule parietali è regolata dall’enzima H+ / K+ -ATPasi (pompa protonica). Poiché l’attivazione della pompa protonica è l’ultimo stadio del processo di secrezione acida, l’inibizione di questo enzima da parte degli IPP bloccherà la secrezione acida indotta da qualunque mediatore chimico (istamina, gastrina o Ach).

Alla prossima!

Pasquale Fava

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