Già alla fine di gennaio l’Istituto per lo studio della guerra aveva denunciato l’uso che la Russia fa della cloropicrina contro le forze militari ucraine, “continuando a violare la Convenzione sulle armi chimiche (Cwc), di cui Mosca è firmataria. Il portavoce del gruppo delle forze ucraine di Tavriisk, colonnello Oleksandr Shtupun, ha riferito che le forze russe stanno usando armi chimiche contro le posizioni ucraine nel Kherson.
Secondo Shtupun, le forze russe hanno lanciato attacchi utilizzando probabilmente granate K-51 contenenti cloropicrina. Il centro studi statunitense spiega che si tratta di un agente chimico utilizzato principalmente come fumigante del terreno, che può essere fatale se inalato. La cloropicrina talvolta è classificata come agente antisommossa (Rca) a causa dei suoi effetti dannosi e irritanti, conclude il think tank, ricordando che la Cwc vieta l’uso degli Rca in guerra.
Anche gli Stati Uniti hanno formalmente accusato la Russia di aver usato armi chimiche “come metodo di guerra” contro l’Ucraina e hanno imposto nuove sanzioni su aziende ed enti governativi russi. In una dichiarazione del 1° maggio il Dipartimento di Stato americano ha affermato di aver “stabilito che la Russia ha usato l’arma chimica cloropicrina contro le forze ucraine in violazione della Convenzione sulle armi chimiche”.
Il comunicato aggiunge che la Russia ha anche usato “agenti antisommossa” o gas lacrimogeni durante il conflitto: “L’uso di tali sostanze chimiche non è un incidente isolato ed è probabilmente motivato dal desiderio delle forze russe di dislocare le forze ucraine da posizioni fortificate e ottenere guadagni tattici sul campo di battaglia”.
Cos’è la cloropicrina
La cloropicrina, o tricloronitrometano, è un liquido denso e inodore dal colore giallo pallido o verde chiaro. Oggi è prodotta dalla reazione tra nitrometano e ipoclorito di sodio. Le sue proprietà di lacrimogeno spinsero la Germania a usarlo come gas contro le forze alleate durante la Prima Guerra Mondiale: fu uno dei primi casi nella storia di uso di un’arma chimica.
La cloropicrina induce lesioni nel tratto respiratorio inferiore, provocando una diminuzione della frequenza respiratoria anche del 50%. Ha forti proprietà lacrimatorie ed è un potente irritante cutaneo. L’esposizione avviene principalmente per inalazione dei vapori e per contatto diretto con la pelle, le mucose o gli occhi. Le esposizioni cutanee e oculari sono quindi le vie più comuni di tossicità.
La cloropicrina può inoltre indurre vomito e bronchite, anche se il tratto respiratorio è il principale bersaglio della sostanza. L’insorgenza dei sintomi è molto rapida: anche una concentrazione moderata provoca gravi disfunzioni respiratorie entro sei-otto ore. Nell’industria chimica questa sostanza è ampiamente utilizzata nei fungicidi e negli insetticidi per sterilizzare il suolo e le sementi, ma anche per sterminare i roditori.
Redazione Nurse Times
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