E’ morto due mesi dopo l’intervento Richard “Rick” Slayman, 62 anni, primo uomo sottoposto al trapianto di un rene di maiale geneticamente modificato. La notizia è stata diffusa dal Massachusetts General Hospital, dove l’uomo si era operato, che in una nota ha tenuto a precisare: “Non ci sono elementi per dire con certezza che il decesso sia avvenuto proprio a causa del trapianto”. In precedenza i chirurghi avevano manifestato ottimismo, sostenendo che l’organo sarebbe potuto durare almeno due anni.
Slayman è stato la prima persona vivente a sottoporsi a questo tipo di trapianto. Prima i reni di maiale erano stati temporaneamente trapiantati solo in soggetti cerebralmente morti. I ricercatori di eGenesis che hanno fornito il rene modificato all’uomo hanno pubblicato su Nature di ottobre una ricerca in cui spiegano come lo stesso tipo di organo sia stato trapiantato in scimmie che sono rimaste in vita in media 176 giorni. In un solo caso una scimmia ha raggiunto i due anni.
Slayman aveva già subito un trapianto di rene nel 2018, ma nel corso del tempo le sue condizioni si erano aggravate ed era stato costretto a tornare in ospedale per frequenti cicli di dialisi. A quel punto i medici gli suggerirono un trapianto di rene di maiale. I famigliari hanno comunque ringraziato i medici per aver permesso al loro congiunto di vivere due mesi in più.
Redazione Nurse Times
Articoli correlati
- Cuore di maiale trapiantato in un uomo: è il secondo caso al mondo
- Reni “umanizzati” cresciuti in un maiale: lo studio cinese
- E’ morto David, l’uomo a cui era stato trapiantato un cuore di maiale
- Il primo trapianto di cuore di maiale geneticamente modificato si è concluso con successo. A beneficiarne un 57enne
- New York, rene di maiale trapiantato per la prima volta su un essere umano
Scopri come guadagnare pubblicando la tua tesi di laurea su NurseTimes
Il progetto NEXT si rinnova e diventa NEXT 2.0: pubblichiamo i questionari e le vostre tesi
Carica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org
Carica il tuo questionario: https://tesi.nursetimes.org/questionari
Lascia un commento