Di seguito la lettera inviata al ministero della Salute e alle forze politiche da Angelo Minghetti (Federazione Migep), Gennaro Sorrentino (Stati Generali Oss) e Antonio Squarcella (SHC OSS).
Sebbene la pandemia abbia messo in luce l’importanza cruciale dell’operatore socio-sanitario (oss), il suo impegno, le condizioni di lavoro e la retribuzione poco allettante, la politica invece ha dimostrato una crescente superficialità nei suoi confronti.
Non smetteremo mai di scriverVi e di coinvolgerVi sul tema degli operatori socio-sanitari, anche se continuate a ignorare questa professione e a negare un confronto diretto con la nostra istituzione per ascoltare le istanze di questi lavoratori, ormai abbandonati dalla politica.
Vogliamo nuovamente portare alla Vostra attenzione la grave carenza di oss nelle aziende ospedaliere, nelle Rsa, sul territorio e nei servizi sociali. Questa situazione rappresenta una criticità che incide negativamente sulla qualità dell’assistenza erogata e sul rispetto dei livelli essenziali di assistenza (Lea).
Alla luce dei numerosi episodi di malasanità che colpiscono cittadini malati e anziani – spesso dovuti anche alla scarsa preparazione di alcuni operatori – e in considerazione delle nuove reti assistenziali territoriali e del crescente fabbisogno assistenziale, è indispensabile un’analisi approfondita del rapporto oss / posti letto in tutte le strutture sanitarie e socio-sanitarie.
Gli attuali standard sono obsoleti e inadeguati per garantire la continuità assistenziale nel nuovo assetto sanitario. Le attuali linee guida prevedono un rapporto di 0,30 oss per posto letto, un dato del tutto insufficiente nell’arco delle 24 ore e che necessita di una revisione immediata.
Il ministero ha stimato un fabbisogno di circa 19.600 infermieri, stanziando 250 milioni di euro per il 2025 e 350 milioni per il 2026 al fine di potenziare le strutture sanitarie. Tuttavia nessuna stima è stata fatta per gli oss, nonostante se ne conti una carenza di circa 70mila unità
Mentre per gli infermieri si prevede una riforma con percorsi specialistici per rendere più attrattiva la loro formazione, per gli oss non si fa altro che consolidarne il ruolo di lavoratori sfruttati, privi di un adeguato riconoscimento professionale giuridico ed economico.
La politica vuole raggiungere lo standard europeo rilanciando la sola professione infermieristica a causa dei salari insufficienti. Ci chiediamo, dunque, quale sarà il futuro dell’assistenza sanitaria italiana, se gli investimenti o il raggiungimento degli standard europei vengono destinati a una sola professione e non a tutto il comparto.
Mentre si discute di competenze avanzate per gli infermieri e sul loro demansionamento in certi casi, gli oss sono costretti a svolgere mansioni infermieristiche senza alcuna tutela giuridica e assicurativa. Ormai il professionista sanitario non tocca più il paziente, perché ritiene che farlo sia demansionante per il proprio profilo. Il sentirsi demansionato è ormai radicato nella sua mentalità.
Non si tratta di una polemica, ma di una realtà che si verifica quotidianamente nei luoghi di lavoro. Si chiedono più fondi per gli infermieri, ma nulla viene destinato a un esercito di 350mila oss su tutto il territorio nazionale. Nel frattempo le Regioni inventano nuove figure, come l’oss strumentista o l’assistente infermiere, senza una formazione adeguata, sfruttando lavoratori senza riconoscimento e senza tutele.
È come una guerra: i generali al riparo con medaglie al petto, mentre l’esercito degli oss è in prima linea senza meriti e senza elogi, a combattere sfide cruciali. Stiamo vivendo una moderna versione della lotta tra Davide e Golia: gli oss combattono contro una politica che si ostina a ignorarli. Continuiamo a vedere non la Vostra volontà, ma solo le Vostre dichiarazioni di facciata. La politica premia alcune categorie professionali, mentre abbandona altre che da sempre garantiscono il funzionamento dell’assistenza sanitaria.
Il Governo si trova davanti a una sfida: da un lato gli infermieri, che chiedono investimenti e una revisione della loro formazione; dall’altro gli oss, che lottano per il riconoscimento della loro professione, per il chiarimento delle competenze, per normative certe e per una qualità dell’assistenza adeguata e un aumento stipendiale che vada a coprire l’inflazione.
Gli stipendi degli oss oscillano tra 900 e 1.350 euro, cifre che non tengono minimamente conto dell’importanza vitale dell’oss per illa sanità pubblica e privata. È urgente fare una riflessione politica, promuovendo politiche salariali che valorizzino il ruolo di questo professionista e la creazione di un contratto unico che stabilisca pari condizioni per tutti senza differenza tra pubblico e privato.
Non sappiamo per quanto ancora questa professione riuscirà a reggere il peso dell’indifferenza politica. Il rischio è quello di un sistema sempre più fragile, che mette sotto pressione gli oss e compromette la qualità dell’assistenza.
La situazione deve necessariamente essere affrontata con urgenza dai vari organi istituzionali al fine di salvaguardare il futuro di questa professione. Nonostante le normative esistenti riconoscano gli oss come professionisti, la politica li ha relegati a semplici figure tecniche di interesse sanitario, negando loro perfino il diritto alla formazione continua e obbligatoria.
Chiediamo un intervento urgente per garantire un numero adeguato di oss non solo nelle strutture sanitarie, ma anche nel sociale, nelle Rsa e sul territorio, perché purtroppo dobbiamo osservare che si continua ad assistere:
- alla sottovalutazione della professione dell’oss;
- al gravoso risparmio del personale, e delle risorse sanitarie;
- alla mancanza di contratti nazionali adeguati;
- alla frammentazione del sistema pubblico e privato.
Chiediamo di non ricevere più il solito silenzio omertoso da parte della politica, che continua a evitare un confronto serio su questa tematica. Gli oss hanno ormai imparato che alzare lo sguardo in cerca di risposte significa trovare solo il nulla. Ma oggi siamo qui per sfidare “Golia” e per chiedere risposte concrete per il futuro di questa professione e per la grande responsabilità che l’oss ha nel garantire cure al paziente.
Chiediamo un intervento strutturale serio, che riconosca il valore degli oss e ne garantisca la crescita professionale attraverso percorsi formativi adeguati presso istituti socio-sanitari. Parlare di opportunità per gli oss significa parlare di un futuro migliore per tutta l’assistenza sanitaria italiana.
Le scriventi organizzazioni rinnovano l’invito a un incontro urgente per discutere di questi temi.In attesa di un Vostro riscontro, porgiamo distinti saluti.
Redazione Nurse Times
Articoli correlati
- Migep e Stati Generali Oss: “Riconoscere quello dell’operatore socio-sanitario tra i lavori usuranti”
- Operatori socio-sanitari strumentisti in sala operatoria: le perplessità di Migep – Stati Generali Oss – SHC
- Assistente infermiere, l’appello di Migep – Stati Generali Oss – SHC: “Ripensare la nuova figura”
Scopri come guadagnare pubblicando la tua tesi di laurea su NurseTimes
Il progetto NEXT si rinnova e diventa NEXT 2.0: pubblichiamo i questionari e le vostre tesi
Carica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org
Carica il tuo questionario: https://tesi.nursetimes.org/questionari
Lascia un commento