L’ipoglicemia è una condizione difficile da definire nei neonati, ma è generalmente definita quando la concentrazione di glucosio nel siero è < 40 mg/dL (< 2,2 mmol/L) nei neonati a termine sintomatici, < 45 mg/dL (< 2,5 mmol/L) nei neonati a termine asintomatici tra 24 h e 48 h di vita, oppure < 30 mg/dL (< 1,7 mmol/L) nei neonati pretermine nelle prime 48 h. I fattori di rischio comprendono la prematurità, l’esser piccoli per l’età gestazionale, il diabete materno e l’asfissia perinatale.
Le cause più frequenti sono il deficit dei depositi di glicogeno, il ritardo nell’inizio dell’alimentazione e l’iperinsulinemia. I segni comprendono tachicardia, cianosi, convulsioni e apnea. La diagnosi viene sospettata empiricamente ed è confermata dalla valutazione della glicemia. La prognosi dipende dalla condizione sottostante. Il trattamento consiste nella somministrazione orale o EV di glucosio.
Ipoglicemia neonatale transitoria
Le cause di ipoglicemia transitoria sono:
- Substrato inadeguato (es. glicogeno)
- Immaturità funzionale enzimatica che porta a deficit delle riserve di glicogeno
- Iperinsulinismo transitorio.
Un deficit dei depositi di glicogeno alla nascita è di comune riscontro tra i neonati pretermine che che alla nascita hanno un peso molto basso, tra i neonati che sono piccoli per età gestazionale a causa dell’insufficienza placentare, e tra i neonati che hanno sofferto di asfissia perinatale.
In questi neonati la glicolisi anaerobica depaupera i depositi di glicogeno e in qualsiasi momento nelle prime ore o giorni di vita può comparire ipoglicemia, specialmente se gli intervalli fra i pasti sono lunghi o se l’apporto nutrizionale è scarso. Un costante supplemento di glucosio esogeno è quindi importante per prevenire l’ipoglicemia.
L’iperinsulinismo nella maggior parte dei casi si manifesta nei figli di madre diabetica ed è inversamente correlato al grado di controllo del diabete materno. Quando una madre ha il diabete, il suo feto è esposto a un aumento dei livelli di glucosio a causa dei livelli elevati di glucosio nel sangue materno. Il feto risponde producendo un aumento dei livelli di insulina.
Quando il cordone ombelicale viene tagliato l’infusione di glucosio al neonato cessa e può richiedere ore o anche giorni affinché il neonato diminuisca la sua produzione di insulina. L’iperinsulinismo, inoltre, è di frequente osservazione nei neonati piccoli per l’età gestazionale con stress fisiologico. In entrambi i casi, l’iperinsulinismo è transitorio. Infine l’ipoglicemia può essere dovuta a malposizionamento del catetere ombelicale o a sepsi.
Sintomatologia dell’ipoglicemia neonatale
Molti neonati restano asintomatici. Un’ipoglicemia prolungata o grave causa segni sia adrenergici che neuroglicopenici. I segni adrenergici comprendono sudorazione, tachicardia,letargia o debolezza e irrequietezza. I segni neuroglicopenici comprendono convulsioni, coma, episodi di cianosi, apnea, bradicardia o distress respiratorio e ipotermia. Possono verificarsi apatia, scarso appetito, ipotonia e tachipnea.
Ogni neonato il cui glucosio scende ≤ 50 mg/dL (≤ 2,75 mmol/L), deve iniziare un rapido trattamento con nutrizione enterale o con infusione EV di soluzione glucosata fino al 12,5%, 2 mL/kg in oltre 10 min; si possono infondere, se necessario, concentrazioni più elevate di glucosio tramite un catetere centrale.
L’infusione deve essere poi continuata a una velocità che fornisca 4-8 mg/kg/min di glucosio (ossia, soluzione glucosata al 10%, circa 2,5-5 mL/kg/h). Si deve monitorare la glicemia per guidare le modifiche alla velocità dell’infusione. Quando le condizioni cliniche del neonato sono migliorate, l’alimentazione enterale può gradualmente sostituire la terapia infusionale EV, continuando a tenere sotto osservazione la glicemia.
Quando è difficile instaurare rapidamente un’infusione di glucosio EV in un neonato con ipoglicemia, in genere il glucagone, alla dose di 100-300 mcg/kg IM (max 1 mg), innalza rapidamente la glicemia e il suo effetto permane per 2-3 h, eccetto che nei neonati con scarse riserve di glicogeno.
L’ipoglicemia refrattaria all’infusione di grandi quantitativi di glucosio può essere trattata con idrocortisone 12,5 mg/m2 ogni 6 h. Se l’ipoglicemia è refrattaria al trattamento, bisogna prendere in considerazione altre cause (p. es., sepsi) e possibilmente avviare uno studio endocrinologico per valutare l’eventuale presenza di iperinsulinismo persistente e difetti della gluconeogenesi o glicogenolisi.
Autori: Gessica Angelini, Domenico Dentico, Nikita Liberati e Giulia Vainella
Bibliografia: “Raccomandazioni Sin per il trattamento dell’ipoglicemia neonatale” (ed. 2018)
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