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Il lato oscuro della sabbia

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Scavare buche nella sabbia nelle giornate estive al mare è un passatempo amatissimo tanto dai bambini quanto dagli adulti. Un’attività che può sembrare innocua, quasi rituale: costruire castelli, tunnel o semplicemente “giocare con la sabbia”. Ma pochi sanno che dietro questo gesto apparentemente innocuo si nascondono pericoli concreti, in alcuni casi persino letali.

Lo dimostra il tragico episodio avvenuto a Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, dove un ragazzo di 17 anni, Riccardo Boni, è morto soffocato dopo essere stato sepolto dal crollo di una buca che aveva scavato nella sabbia. La buca, profonda circa un metro e mezzo, ha ceduto all’improvviso, intrappolandolo. I soccorsi, allertati dai familiari, lo hanno estratto dopo diversi minuti, ma purtroppo per lui non c’è stato nulla da fare.

A lanciare l’allarme è Stephen Leatherman, docente di scienza costiera della Florida International University, noto anche come “Dr. Beach”. Secondo il professore, uno dei rischi maggiori è il collasso improvviso della buca, che può travolgere e seppellire completamente una persona, impedendole di respirare.

“La sabbia sembra leggera, ma quando crolla può esercitare una pressione notevole e impedire ogni movimento – spiega Leatherman -. Bambini e anche adulti rischiano il soffocamento nel giro di pochi minuti”.

I dati raccolti negli Stati Uniti parlano chiaro: ogni anno muoiono più persone per seppellimento accidentale nella sabbia che per attacchi di squali. Un’informazione che sorprende, ma che invita a riflettere sull’importanza della prevenzione.

Cosa si può fare per evitare incidenti?

  • Evitare di scavare buche profonde: superati i 50-60 cm, il rischio di cedimento aumenta notevolmente.
  • Non entrare mai da soli in una buca profonda: è importante che ci sia sempre qualcuno in grado di intervenire in caso di emergenza.
  • Mai lasciare buche aperte: prima di lasciare la spiaggia è fondamentale ricoprire ogni buca scavata per evitare incidenti ad altri bagnanti, soprattutto durante le ore serali o notturne.
  • Educare i bambini al gioco responsabile in spiaggia, rendendoli consapevoli dei potenziali rischi.

La spiaggia deve rimanere un luogo di svago e relax, ma questo non significa abbassare la guardia. Come per ogni ambiente naturale, è fondamentale conoscere i potenziali pericoli e comportarsi in modo responsabile. Prevenzione e consapevolezza possono fare la differenza tra un’estate serena e un dramma evitabile.

Anna Arnone

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