La redazione di NurseTimes denuncia la crisi sanitaria nella Striscia di Gaza e chiede il rispetto del diritto universale alla salute
BISCEGLIE, 29 LUGLIO 2025 – Di fronte all’aggravarsi della crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, la redazione di NurseTimes, testata giornalistica sanitaria dedicata alla cura, all’etica e ai diritti delle persone, esprime la propria solidarietà al popolo palestinese e denuncia con fermezza le condizioni sanitarie disumane imposte dal conflitto in corso in medioriente.
In un contesto in cui la guerra priva migliaia di civili dell’accesso a beni essenziali, NurseTimes si unisce al crescente appello del mondo della salute pubblica affinché si ponga fine all’assedio militare e alle gravi violazioni dei diritti umani in atto.
Blocco degli aiuti e fame come arma di guerra: una crisi che colpisce i più fragili
Le autorità israeliane, attraverso la chiusura dei valichi e l’interruzione sistematica degli aiuti umanitari, impediscono alla popolazione civile l’accesso a cibo, acqua potabile, carburante, farmaci e dispositivi medici. Organizzazioni come Medici Senza Frontiere segnalano che il 25% dei bambini e delle donne incinte trattati a Gaza è affetto da malnutrizione acuta, con un peggioramento repentino nelle ultime settimane.
L’uso della fame come strumento di guerra rappresenta una gravissima violazione del diritto internazionale umanitario, che tutela la salute come diritto umano fondamentale.
Un sistema sanitario al collasso: operatori sanitari uccisi e strutture devastate
Secondo i dati delle principali organizzazioni sanitarie internazionali, oltre 1.400 operatori sanitari palestinesi hanno perso la vita durante l’assalto a Gaza. Le strutture ospedaliere superstiti operano senza elettricità, strumenti chirurgici, farmaci essenziali e acqua pulita. Il sistema sanitario è in stato di collasso e le cure si sono trasformate in atti di sopravvivenza quotidiana.
La situazione è descritta da esperti internazionali e studi pubblicati su riviste come The Lancet come una forma di deprivazione intenzionale, che ha generato una mortalità traumatica stimata in oltre 70.000 vittime, in gran parte donne, bambini e anziani. L’aspettativa di vita nella popolazione gazawi è crollata di quasi 35 anni in meno di dodici mesi.
Il silenzio della comunità sanitaria è complicità
Come quotidiano sanitario, NurseTimes afferma con chiarezza che negare il diritto alla salute è un crimine contro l’umanità. Impedire l’accesso a cure salvavita, nutrizione e acqua potabile equivale a una guerra sistematica contro la salute pubblica.
Per questo motivo, NurseTimes rivolge un appello urgente a tutte le istituzioni politiche, sanitarie, ordini professionali e organizzazioni infermieristiche in Italia, in Europa e nel mondo, affinché:
- Sostengano con forza la richiesta di cessate il fuoco immediato e duraturo;
- Chiedano la riapertura dei corridoi umanitari per la consegna sicura di aiuti essenziali alla popolazione di Gaza;
- Garantiscano protezione agli operatori sanitari, affinché il simbolo del camice e delle ambulanze torni ad essere rispettato come segno di neutralità e cura;
- Difendano con coraggio i diritti umani e la responsabilità morale che contraddistingue le professioni sanitarie.
Difendere la salute è un dovere etico e professionale
Come infermieri e come redazione di NurseTimes, riteniamo che il silenzio di fronte a questa catastrofe umanitaria sia inaccettabile. La nostra missione professionale ci impone di difendere la vita, promuovere la giustizia sociale e denunciare qualsiasi forma di oppressione che metta in pericolo il diritto alla salute.
In questo momento storico, essere dalla parte dei più fragili non è solo una scelta editoriale, ma un imperativo etico e umano.
Redazione NurseTimes
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