In una sentenza storica, la USL di Imola è stata condannata a risarcire economicamente i lavoratori turnisti H24, dopo una lunga battaglia legale guidata dal sindacato FIALS. Il caso segna un importante precedente nel settore sanitario italiano, confermando il diritto al buono pasto per i lavoratori in turni continuativi.
La vertenza sui buoni pasto e la decisione del Tribunale
La vertenza legale, attivata dal sindacato FIALS della provincia di Bologna e rappresentata dagli avvocati Toscano e Fortunato, è stata motivata dalla necessità di vedere riconosciuto il diritto al pasto per i lavoratori turnisti H24 della USL di Imola. Fino a questo momento, l’azienda non riconosceva tale diritto, in apparente contrasto con quanto stabilito da leggi e contratti collettivi nazionali.
La sentenza ha stabilito che la USL di Imola dovrà risarcire tutti i lavoratori coinvolti nella causa, con importi che oscillano tra i 31.500 e i 52.000 euro per singolo ricorrente. Inoltre, altri 150 lavoratori potrebbero aggiungersi come ricorrenti, portando i risarcimenti totali a una cifra stimata tra i 252.000 e i 320.000 euro.
Riconoscimento del diritto al pasto: un precedente unico in Italia
Questa vittoria assume un significato storico, in quanto rappresenta la prima volta che, nel settore della sanità pubblica italiana, viene riconosciuto il diritto al buono pasto per i lavoratori turnisti H24. La decisione del Tribunale non solo tutela i diritti dei dipendenti della USL di Imola, ma stabilisce un importante precedente per futuri casi simili in altre aziende sanitarie pubbliche.
Alfredo Sepe, Segretario Regionale della FIALS Emilia Romagna, ha espresso soddisfazione per il risultato ottenuto, definendolo una “vittoria storica” per il sindacato e per tutti i lavoratori del comparto. Ha inoltre anticipato l’arrivo di una sentenza simile riguardante il Policlinico S. Orsola Malpighi e la USL di Bologna, che potrebbe portare a risarcimenti fino a 1.300.000 euro tra vecchi e nuovi ricorrenti.
L’importanza del buono pasto per i turnisti H24
Il diritto al buono pasto è spesso dato per scontato, ma per i lavoratori turnisti H24 rappresenta una necessità concreta. I dipendenti che svolgono turni continuativi in ospedale, a qualsiasi ora del giorno e della notte, devono affrontare carichi di lavoro estenuanti, che richiedono adeguati momenti di ristoro. Il riconoscimento di questo diritto costituisce una tutela fondamentale per il benessere dei lavoratori, come sancito dai contratti collettivi nazionali di lavoro.
Conclusioni e prospettive future
La sentenza della USL di Imola apre nuove prospettive per altri sindacati e lavoratori che potrebbero intraprendere azioni legali simili per rivendicare i propri diritti. La decisione potrebbe fungere da apripista per una maggiore attenzione ai diritti dei lavoratori nel settore sanitario pubblico italiano.
Con l’attesa della prossima sentenza a Bologna, questo risultato rappresenta un passo significativo verso una maggiore giustizia e protezione dei diritti fondamentali per i lavoratori turnisti H24.
Redazione Nurse Times
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