“La vicenda che ha travolto l’ospedale San Raffaele di Milano, a causa della presunta inesperienza del personale infermieristico assunto da una cooperativa esterna, non è un episodio isolato, ma la naturale conseguenza di criticità che gli Ordini denunciano da tempo”. Lo sottolinea Opi Torino.
“Non è una sorpresa – afferma il presidente Ivano Bufalo (foto) -. L’utilizzo di professionisti non pienamente verificati, inseriti attraverso canali opachi o cooperative prive delle necessarie garanzie, espone a rischi evidenti la sicurezza dei pazienti e danneggia profondamente l’immagine di una professione che in Italia è altamente qualificata”.
Prosegue Bufalo. “Gli infermieri non sono prestatori d’opera di bassa qualifica. Sono professionisti che devono essere certificati, controllati e sottoposti all’obbligo di aggiornamento Ecm, all’interno di un rapporto di lavoro strutturato, come avviene per la stragrande maggioranza di chi opera regolarmente nel nostro Paese. Ogni deroga è un rischio e un arretramento culturale”.
Sul caso del San Raffaele il presidente di Opi Torino evidenzia anche un “paradosso già più volte denunciato dagli Ordini della Regione: i nostri infermieri, preparati e riconosciuti come eccellenze in Europa, continuano a essere valorizzati all’estero, mentre in Italia, per carenze strutturali e mancanza di programmazione, alcuni scelgono scorciatoie, ricorrendo a personale meno qualificato o comunque non certificato. È un cortocircuito che non possiamo più permettere”.
Opi Torino conferma che “la questione sarà portata ai tavoli di confronto con la Regione Piemonte, già attivi da settimane”.
Redazione Nurse Times
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