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Ausl Imola, turnisti hanno diritto a mensa o buono pasto sostitutivo. Fials vince ancora in tribunale

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Monza, mensa chiusa e niente buono pasto per gli infermieri turnisti: Nursind non ci sta
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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Fials Imola.

Fials Imola, attraverso il segretario territoriale Stefano De Pandis, esprime grande soddisfazione per la sentenza del Tribunale del Lavoro di Bologna (n. R.G. 3481/2024), che ha accolto integralmente il ricorso promosso da un gruppo di lavoratori turnisti dell’Ausl Imola, patrocinati dagli avvocati Nicola Roberto Toscano e Olimpia Fortunato.

Il giudice Maria Luisa Pugliese ha riconosciuto il diritto dei dipendenti turnisti – infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici e collaboratori sanitari – a fruire del servizio mensa o del buono pasto sostitutivo anche durante i turni di notte, condannando l’Ausl Imola al pagamento di un’indennità risarcitoria pari a 4,13 euro per ogni turno di notte effettuato negli ultimi cinque anni, oltre interessi legali.

Il Tribunale ha chiarito che:

  • il diritto alla mensa non può essere limitato solo alle ore diurne;
  • i lavoratori che prestano servizio per oltre sei ore, anche in orario notturno, devono poter usufruire del servizio mensa o del buono pasto sostitutivo;
  • le aziende sanitarie, una volta istituito il servizio mensa, non possono escludere unilateralmente alcune categorie di lavoratori, perché la disciplina del diritto è fissata dal Ccnl Sanità, e non dal regolamento aziendale.

Il giudice ha inoltre ricordato che, secondo la giurisprudenza della Corte di Cassazione (sentenze nn. 5547/2021, 32113/2022, 9206/2023), la “particolare articolazione dell’orario” che dà diritto alla mensa corrisponde a un turno di almeno sei ore, indipendentemente dall’orario in cui viene svolto.

Questa decisione rappresenta un precedente di grande rilievo per tutto il personale sanitario turnista del comparto, spesso penalizzato rispetto ai colleghi che lavorano in orari diurni. Fials sottolinea come tale riconoscimento non sia solo una questione economica, ma anche di dignità e rispetto del lavoro notturno, spesso più gravoso e logorante. E ribadisce il proprio impegno a tutelare tutti i lavoratori che si trovino in situazioni analoghe, invitando i dipendenti delle aziende sanitarie a segnalare eventuali esclusioni o mancati riconoscimenti del diritto alla mensa o al buono pasto sostitutivo.

“Questa sentenza – dichiara De Pandis – riafferma un principio fondamentale: chi lavora di notte ha gli stessi diritti di chi lavora di giorno. È una vittoria di civiltà e di giustizia per tutti i lavoratori del comparto sanità”.

Redazione Nurse Times

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