Ada potrà accedere al fine vita quando vorrà e quando la sua terribile malattia, la sclerosi laterale amiotrofica (Sla), le renderà la vita più insostenibile di quanto già sia. Ha vinto la sua battaglia, la 44enne campana che dal giugno 2024 sopporta sempre più a fatica le atroci sofferenze della grave patologia neurodegenerativa di cui è affetta. Dopo un iniziale diniego, l’Asl ha rivalutato la sua condizione, ritenendo sussistenti i requisiti previsti dalla Corte Costituzionale per chiedere e ricevere l’aiuto di un medico per porre fine alla propria vita con l’assunzione o la somministrazione di un farmaco.
“La Sla ha perso e io ho vinto – ha detto Ada dopo avere appreso la notizia -. Non trascorrerò nemmeno un minuto in più ad avere paura di ciò che può farmi. Da oggi esiste solo il presente, e ogni giorno è prezioso. Sono legalmente padrona della mia vita e del mio corpo”.
Ada ha realizzato di recente un toccante videomessaggio con il quale, affidandosi alla voce della sorella, ha spiegato a tutti la sua condizione e chiesto di poter scegliere una vita dignitosa e, soprattutto, una morte serena. Il veloce decorso della malattia le sta rendendo sempre più gravosa la vita: ormai non riesce più a parlare e per comunicare deve utilizzare un puntatore oculare. Non solo. Non è più in grado di camminare e per qualsiasi attività, anche quelle più semplici, necessita dell’assistenza dei suoi familiari senza i quali non potrebbe mangiare, bere, prendere le medicine. In loro mancanza, morirebbe di stenti, in modo atroce e doloroso.
Ada non è rimasta sola in questa battaglia per il diritto al fine vita: al suo fianco c’è l’associazione Luca Coscioni con i suoi legali, in primis l’avvocato Filomena Gallo, segretaria dell’associazione, che ha lavorato con i colleghi Angioletto Calandrini, Francesca Re, Alessia Cicatelli e Rocco Berardo.
“Quando le istituzioni rispettano la legge, – ha commentato Gallo – è possibile garantire alle persone malate un diritto che non è un privilegio, ma una scelta libera e consapevole, riconosciuta dal nostro ordinamento. L’Asl, dopo l’accordo raggiunto in Tribunale di Napoli, ha applicato in modo corretto e completo la sentenza Cappato e le successive decisioni della Corte, procedendo con le verifiche previste e avviando le fasi successive. Questo percorso dimostra che, quando le istituzioni rispettano la legge, è possibile garantire alle persone malate un diritto che non è un privilegio, ma una scelta libera e consapevole, riconosciuta dal nostro ordinamento”.
Conclude Ada: “Auspico la stessa serenità per tutte le persone che affrontano la mia stessa condizione e spero che ogni essere umano possa un giorno esercitare questo diritto, senza dover lottare fino all’ultimo respiro”. L’Asl si sta già attivando, con l’individuazione del farmaco e delle modalità di autosomministrazione.
Redazione Nurse Times
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