Gli Ordini delle Professioni Infermieristiche della Puglia chiedono il ritiro immediato del provvedimento che consente alle RSA di sostituire gli infermieri con OSS, denunciando rischi per la salute dei pazienti fragili
La Regione Puglia si appresta a discutere una delibera che introduce misure provvisorie e urgenti per fronteggiare la carenza di infermieri nelle RSA destinate a persone non autosufficienti. Il provvedimento, secondo il Coordinamento regionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (OPI), presenta “profili di illegittimità e illogicità” e rischia di compromettere la qualità delle cure.
La proposta, infatti, permetterebbe – seppur in via temporanea – di ridurre gli standard di personale infermieristico nelle strutture residenziali, sostituendo in parte gli infermieri con Operatori Socio Sanitari (OSS).
L’allarme degli infermieri: “Provvedimento pericoloso e illegittimo”
In una nota ufficiale indirizzata al presidente della Regione Puglia e assessore alla Sanità Michele Emiliano, agli assessori competenti e persino al Comando NAS dei Carabinieri, l’OPI Puglia ha espresso “ferma contrarietà” al testo.
Secondo gli ordini professionali, il provvedimento “mina i fondamenti della legislazione sanitaria” e rappresenta “un vulnus reale e concreto per le persone fragili che risiedono nelle RSA, portatrici di bisogni d’assistenza che l’attuale ordinamento assegna in esclusiva agli infermieri”
Gli infermieri ribadiscono che gli OSS non hanno competenze cliniche per sostituire il lavoro infermieristico, soprattutto nei contesti di assistenza complessa e continua.
La questione del reclutamento e la mancata concertazione
La Regione giustifica il provvedimento richiamando le difficoltà di reperimento di personale infermieristico. Tuttavia, gli OPI contestano la base di queste valutazioni: “Il documento è confuso, privo di riferimenti concreti al contesto pugliese e non ha mai coinvolto i nostri ordini, nonostante la disponibilità più volte manifestata”.
Il Coordinamento regionale sottolinea come non sia accettabile ridurre gli standard di cura, richiamando la normativa nazionale che definisce in maniera chiara le responsabilità e i ruoli delle professioni sanitarie.
RSA e carenza di personale: un problema nazionale
Il tema della carenza di infermieri nelle RSA non riguarda solo la Puglia ma l’intero sistema sanitario nazionale. Secondo dati FNOPI, in Italia mancano oltre 65.000 infermieri, con gravi ricadute sui servizi ospedalieri e territoriali. Le RSA, che ospitano pazienti cronici e non autosufficienti, sono tra le strutture più esposte a questa crisi.
In molte regioni sono state avviate strategie straordinarie, come incentivi economici, concorsi rapidi e campagne di reclutamento dall’estero. Tuttavia, le soluzioni tampone – come la sostituzione con figure non sanitarie – rischiano di compromettere i livelli essenziali di assistenza.
La richiesta degli infermieri pugliesi
Gli OPI pugliesi hanno annunciato la presentazione di un documento dettagliato con “tutte le eccezioni, parola per parola”, ribadendo l’appello al ritiro della delibera e offrendo disponibilità a un confronto istituzionale.
“È inaccettabile – afferma il Coordinamento – che la professione infermieristica sia considerata sostituibile. Gli OSS svolgono un ruolo fondamentale ma non possono garantire cure infermieristiche. Chiediamo soluzioni rispettose dell’ordinamento e della sicurezza dei pazienti”.
Redazione NurseTimes
Allegato: Delibera
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