Il 1° Maggio 2025 celebra il valore del lavoro e della dignità di chi ogni giorno costruisce il proprio futuro e quello della collettività: un’occasione per onorare infermieri, medici, operatori socio-sanitari e tutti i lavoratori della sanità, custodi della nostra salute, ma anche per riflettere sulla lentezza del rinnovo contrattuale, con l’Aran che offre appena pochi euro di aumento.
Il sistema sanitario italiano può contare su oltre 600.000 dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale, a fronte di una densità inferiore alla media UE di addetti per abitante; nel contempo, a livello globale mancheranno 11 milioni di operatori sanitari entro il 2030, evidenziando l’importanza strategica di investire nel capitale umano della sanità.
Nel 2022 l’Italia annoverava circa 249.869 medici in attività, posizionandosi al secondo posto nell’Unione Europea per numero assoluto di medici.
Per quanto riguarda gli infermieri e il personale ostetrico, la densità era di 6,2 per 1.000 abitanti, al di sotto della media UE di 8,6 per 1.000 abitanti.
Nonostante il valore inestimabile del loro lavoro, medici e infermieri si trovano oggi a fronteggiare burn-out, aggressioni e remunerazioni spesso inadeguate.
L’intensità lavorativa, l’esposizione al rischio biologico e gli orari spesso estenuanti hanno portato nel 2025 a un aumento dei casi di burn-out: si stima che il 75% dei medici e infermieri segnali sintomi di esaurimento emotivo.
A queste difficoltà si aggiungono casi crescenti di aggressioni sul posto di lavoro e lo scontro con remunerazioni percepite come insufficienti, condizioni che mettono a dura prova la tenuta del personale sanitario.
Tuttavia, in occasione del Primo Maggio, istituzioni e sindacati ribadiscono il dovere di riconoscere e onorare il lavoro che anima ogni gesto di cura.
Il contratto
Il Primo Maggio 2025 porta con sé anche la nota dolente del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del comparto sanità 2022-2024: nonostante le ripetute trattative aperte da febbraio, l’Aran non ha accolto le richieste dei sindacati, confermando un’offerta economica media di soli 172-173 € lordi mensili su tredici mensilità, e relegando ad appena poche decine di euro gli incrementi per gran parte dei 581.000 dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale.
Questo stallo, che alcune sigle sindacali (Fp CGIL, UIL FPL, Nursing Up) hanno giudicato inaccettabile, rischia di tradursi in arretrati minimi e in un ulteriore ritardo nel pagamento degli adeguamenti salariali, mentre l’Aran insiste sulla “fattibilità” dell’intesa entro maggio.
Stato delle trattative
Proposte Aran
- Incremento medio di 172,37 € lordi mensili, corrispondente a un +6,8 % sugli stipendi attuali, comprensivo di indennità di specificità infermieristica e pronto soccorso .
- Risorse complessive stanziate per il comparto: circa 1,784 mld €, di cui 175 mln per pronto soccorso e 35 mln per specificità infermieristica .
Richieste sindacali
- Adeguamento salariale in linea con l’inflazione e il costo della vita, ben oltre i 172 € proposti .
- Progressioni di carriera senza discriminazioni e maggiori tutele sui turni notturni e sulle pronte disponibilità, soprattutto per gli operatori over 60 .
- Inclusione di tutte le voci (indennità, straordinari, decentrate) nei conteggi, per evitare che “solo una minoranza vedrà gli aumenti sbandierati” .
Impatti sui lavoratori
- Ritardo negli arretrati: ogni settimana di rinvio posticipa i pagamenti dovuti a migliaia di infermieri, OSS e tecnici;
- Demotivazione e burn-out: la sensazione di essere “utili ma non riconosciuti” alimenta il rischio di abbandono professionale;
- Frattura sindacale: alcune sigle (Nursind, FIALS, CISL FP) spingono per la firma, altre rifiutano, rendendo contorto il percorso verso l’accordo definitivo.
La mancata accoglienza delle istanze sindacali da parte dell’Aran al tavolo negoziale consegna ai lavoratori della sanità un rinnovo contrattuale zeppo di promesse ridotte a pochi euro. Se da un lato l’Agenzia insiste sulla necessità di chiudere l’accordo entro maggio per attivare gli aumenti da ottobre, dall’altro è evidente che senza un netto incremento delle risorse e senza una revisione delle voci contrattuali, il rinnovo rimarrà una mera etichetta burocratica, incapace di valorizzare davvero il personale che quotidianamente assicura la salute di tutti noi.
È il momento per ricordare le vittorie ottenute – orario, retribuzione, tutela – e per riflettere su quanto ancora resta da fare per garantire a tutti un lavoro sicuro, giusto e rispettato.
In un mondo che cambia, il lavoro resta una chiave di libertà, crescita e identità; a chi lavora, a chi cerca lavoro, a chi lotta per condizioni migliori: Buon Primo Maggio a chi non smette di costruire, creare, resistere.
Buon Primo Maggio dalla redazione di NurseTimes, con la speranza che dialogo e responsabilità portino presto a un’intesa pienamente soddisfacente per chi ha sempre dato tutto.
Redazione NurseTimes
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