Taranto – Ennesima aggressione ai danni del personale sanitario: nella notte tra venerdì 17 e sabato 18 gennaio, tre infermiere del reparto di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Moscati di Taranto sono state aggredite da un paziente in evidente stato di alterazione psico-fisica. Le operatrici, colpite con pugni e calci durante un normale controllo dei parametri vitali, sono riuscite a chiedere aiuto a una dottoressa del reparto Psichiatria, che ha sedato il paziente.
Nonostante le contusioni riportate, le infermiere hanno portato a termine il proprio turno e, solo al termine, si sono recate al pronto soccorso per le medicazioni e per avviare le pratiche di infortunio sul lavoro. La prognosi iniziale per le tre operatrici è stata stabilita in tre giorni.
Operatrici abbandonate: “Nessuna tutela”
A far discutere è anche la condizione di lavoro in cui si trovavano le infermiere al momento dell’aggressione. Cosimo Sardelli, segretario generale della Fp Cgil di Taranto, e Cristina Fama, segretaria provinciale del settore sanità, hanno dichiarato: “Le infermiere erano completamente sole in reparto, senza personale medico, socio-sanitario o ausiliario. Si sono ritrovate abbandonate e non tutelate”.
L’aggressione ha riacceso il dibattito sulla sicurezza del personale sanitario, un fenomeno sempre più diffuso e preoccupante. “È evidente che le attuali misure, come l’inasprimento delle pene e le linee guida ministeriali, sono del tutto insufficienti. Il problema richiede interventi immediati e concreti”, hanno aggiunto i rappresentanti sindacali.
Sicurezza negli ospedali: misure urgenti necessarie
L’episodio di Taranto si aggiunge a una lunga lista di aggressioni subite dagli operatori sanitari in tutta Italia, che spesso si trovano a lavorare in condizioni di stress e vulnerabilità. Questo caso, in particolare, mette in evidenza la necessità di garantire una maggiore sicurezza nei reparti ospedalieri, soprattutto durante i turni notturni.
È urgente un cambio di passo, con l’adozione di misure più efficaci: dalla presenza costante di personale di supporto alla sorveglianza attiva, passando per una formazione specifica sul contenimento delle situazioni critiche.
La salute e la sicurezza di chi si dedica ogni giorno alla cura degli altri non possono più essere messe in secondo piano.
Redazione Nurse Times
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