Dopo l’episodio di violenza ai danni di un infermiere, Nicoletta Palombo, anche lei in forza al reparto d’emergenza dell’ospedale Santa Scolastica, ha pubblicato su Facebook un post che è stato poi ripreso dalla pagina dell’Asl Frosinone. La rilanciamo anche noi, di seguito.
Sono un’infermiera attualmente impegnata in uno dei reparti meno ambiti e tristemente noti: il pronto soccorso. In pronto soccorso si fornisce tempo a chi non ne ha. In pochi minuti e con pochi elementi a disposizione è necessario effettuare diagnosi complesse e trattamenti tempestivi e adeguati. L’unico imperativo è “correre” per garantire assistenza con dedizione e competenza, “in primis” a quanti sono vittima di vere e proprie EMERGENZE, quali un infarto cardiaco, un ictus, un’emorragia incontrollata, un trauma grave…
Quando una persona si presenta in pronto soccorso le viene assegnato un CODICE indicativo dell’urgenza del trattamento nell’area di “triage”, dopo una attenta valutazione da parte di un professionista. Sono numerose le persone che ogni giorno si presentano in pronto soccorso, anche in assenza di reale emergenza. Ciò comporta: allungamento dei tempi di attesa, sovraffollamento, disagio per chi ha urgente bisogno di assistenza e, non ultimo, conseguenze negative sui professionisti, sempre più spesso vittime di violenza o di sindrome da burn-out, e sull’intera organizzazione assistenziale.
Tuttavia il pronto soccorso continua a essere per le persone la vera piattaforma di uguaglianza di fronte alle più svariate situazioni. E in quanto tale, è necessario si mantenga efficiente: NON PER IL DIRITTO ALLA SALUTE, MA ALLA VITA! Grazie a quanti leggeranno e vorranno comprendere.
Redazione Nurse Times
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