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Tirocinio infermieristico, la proposta: “Rimborso spese agli studenti che prestano servizio in ospedale”

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Giuseppe De Prisco, studente e referente FdI, lancia una petizione per garantire equità economica agli studenti delle professioni sanitarie impegnati nei reparti ospedalieri.

NOCERA INFERIORE – Una proposta concreta che punta a colmare un vuoto normativo e sociale nel sistema formativo sanitario italiano: istituire un rimborso spese per gli studenti di infermieristica impegnati nei tirocini ospedalieri. A lanciare l’iniziativa è Giuseppe De Prisco, studente di infermieristica all’Università degli Studi di Salerno, responsabile del Dipartimento politiche giovanili di Fratelli d’Italia a Nocera Inferiore e consigliere didattico del Dipartimento di Medicina e Chirurgia.

L’obiettivo? Garantire condizioni di equità economica per migliaia di studenti delle professioni sanitarie, costretti ogni anno a sostenere spese ingenti per trasporti, pasti, parcheggi e materiali, pur contribuendo attivamente al funzionamento dei reparti ospedalieri, spesso senza alcun tipo di sostegno economico.

Una battaglia di giustizia e buon senso

“La mia proposta – spiega De Prisco – nasce dall’ascolto diretto delle esigenze degli studenti e da un profondo senso di responsabilità verso la comunità accademica e sanitaria. È inaccettabile che, nel 2025, giovani in formazione siano costretti a sostenere spese importanti per adempiere a un obbligo curriculare”.

Da qui l’idea di attivare fondi regionali, coinvolgere le ASL convenzionate e chiedere il supporto degli atenei per garantire almeno un rimborso parziale delle spese vive sostenute durante il tirocinio. La petizione, lanciata nelle scorse ore, ha già raccolto oltre 200 firme, segnale chiaro di un disagio diffuso e di un’esigenza reale.

Studenti al terzo anno: risorse attive nei reparti

Il tirocinio, soprattutto al terzo anno di corso, non è più solo un’esperienza osservativa: gli studenti di infermieristica rappresentano una risorsa operativa fondamentale per i reparti ospedalieri. Le loro attività comprendono:

  • Supporto diretto all’erogazione dell’assistenza infermieristica;
  • Collaborazione nel monitoraggio di pazienti critici;
  • Partecipazione attiva alle manovre di emergenza e urgenza;
  • Contributo alla gestione clinica in contesti ad alta intensità di cura.

In molti casi, il loro ruolo è assimilabile a quello del personale sanitario integrato. Da qui la necessità – sottolinea De Prisco – di un riconoscimento anche economico dell’impegno profuso.

Le basi giuridiche della proposta

La proposta è supportata da un impianto normativo solido. De Prisco cita:

  • Articolo 34 della Costituzione Italiana, che sancisce il diritto allo studio;
  • Decreto Legislativo 68/2012, in materia di diritto allo studio universitario;
  • Raccomandazioni dell’Unione Europea sui tirocini formativi, che promuovono condizioni di equità e accessibilità.

Nei prossimi giorni, il promotore presenterà ufficialmente la proposta alla Direzione Sanitaria, ai vertici universitari e ai rappresentanti istituzionali, per avviare un tavolo di confronto permanente.

Il sostegno delle associazioni e della politica

La proposta ha già ottenuto il sostegno dell’associazione SPS – Studenti Professioni Sanitarie Salerno, con un plauso speciale al presidente Salvatore Angrisani, che ha aderito con convinzione all’iniziativa. “Ringrazio l’associazione SPS per il sostegno dimostrato – ha detto De Prisco – e per il ruolo fondamentale che svolge nel promuovere il dialogo tra studenti e istituzioni”.

Non è mancato, inoltre, l’appoggio del coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia di Nocera Inferiore, il cui sostegno testimonia la volontà politica di affrontare in modo trasversale un tema che tocca migliaia di giovani in Italia.

Conclusioni: formazione e dignità non devono escludersi

“Come giovane militante politico, rappresentante degli studenti e futuro professionista sanitario – conclude De Prisco – sento il dovere non solo di denunciare le criticità, ma di costruire soluzioni concrete. Nessuno studente dovrebbe rinunciare alla propria formazione per motivi economici. È il momento di agire, con responsabilità e buon senso”.

Una proposta che, se realizzata, rappresenterebbe un importante passo avanti per la valorizzazione dei percorsi formativi sanitari, e un incentivo concreto per rendere i corsi di laurea in infermieristica più accessibili, equi e attrattivi.

Redazione NurseTimes

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