Il 70enne, primo cittadino di Rivolta d’Adda e noto gastroenterologo, è stato posto agli arresti domiciliari. Le indagini rivelano abusi durante visite mediche a Pozzuolo Martesana.
Giovanni Sgroi, 70 anni, medico gastroenterologo e sindaco di Rivolta d’Adda (Cremona), è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale aggravata su quattro pazienti. Gli abusi sarebbero avvenuti durante visite mediche presso il centro polispecialistico CMP di Pozzuolo Martesana, in provincia di Milano, dove Sgroi esercitava privatamente.
Le indagini e le accuse
L’inchiesta, coordinata dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella e dalla PM Alessia Menegazzo, è iniziata nel 2024 dopo la denuncia di una paziente. Attraverso intercettazioni, perquisizioni e analisi forensi, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano hanno identificato altre tre vittime, portando il totale a quattro donne di età compresa tra i 24 e i 44 anni.
Secondo l’ordinanza del GIP Sara Cipolla, Sgroi avrebbe compiuto atti privi di finalità medica, approfittando della sua posizione per soddisfare pulsioni personali. In alcuni casi, avrebbe offerto sconti sulle visite alle pazienti abusate, forse nel tentativo di mitigare le conseguenze delle sue azioni.
Sospensione dalla carica di sindaco
A seguito dell’arresto, il prefetto di Cremona, Antonio Giannelli, ha disposto la sospensione di Sgroi dalla carica di sindaco di Rivolta d’Adda. La decisione è stata presa anche in considerazione del rischio di inquinamento delle prove, dato che Sgroi avrebbe contattato alcune pazienti dopo i fatti contestati.
Profilo professionale e politico
Originario di Messina, Sgroi ha avuto una lunga carriera nel settore sanitario lombardo, ricoprendo ruoli di rilievo come primario e direttore di dipartimento in diverse strutture ospedaliere. Nel 2021 è stato eletto sindaco di Rivolta d’Adda con una lista civica di centrodestra. Nel 2024 si è candidato alle elezioni europee con la lista “Libertà”, senza però ottenere risultati significativi.
Indagini in corso e appello alle vittime
Le autorità non escludono la possibilità che vi siano altre vittime e invitano chiunque abbia subito abusi a farsi avanti, garantendo la massima riservatezza prevista dalla legge. Le indagini proseguono per accertare l’eventuale coinvolgimento di ulteriori pazienti.
Redazione NurseTimes
Foto: https://www.messinaindiretta.it
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