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Sanità sotto assedio: Daspo per chi aggredisce medici e infermieri e presenza di militari negli ospedali

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Sanità sotto assedio: Daspo per chi aggredisce medici e infermieri e presenza di militari negli ospedali
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Negli ultimi mesi si è assistito a un’escalation di violenze contro medici e infermieri, con episodi sempre più gravi, come l’assalto avvenuto all’ospedale Riuniti di Foggia. In quell’occasione, familiari di una giovane deceduta durante un intervento chirurgico hanno attaccato il personale sanitario, con un bilancio pesante: un chirurgo è stato colpito al volto con diversi pugni, un secondo medico è stato spintonato e una dottoressa ha riportato la frattura di una mano.

L’aggressione ai danni degli operatori sanitari di Foggia è solo uno degli oltre 16.000 episodi registrati nel 2023, secondo i dati di Anaao Assomed, con un terzo degli atti di violenza di natura fisica e il 70% delle vittime di sesso femminile. Un’emergenza nazionale che ha spinto a chiedere misure più drastiche.

Proposta shock: Daspo sanitario per chi aggredisce gli operatori sanitari

Una delle proposte più discusse arriva dal partito Fratelli d’Italia, che ha presentato un disegno di legge (Ddl) per introdurre una sospensione di tre anni dell’assistenza sanitaria gratuita, ad eccezione delle cure d’urgenza e salvavita, per chiunque aggredisca medici e infermieri durante lo svolgimento del loro lavoro.

Questo “Daspo sanitario”, come lo definisce Ignazio Zullo, capogruppo FdI in Commissione Lavoro e Sanità e primo firmatario del Ddl, prevede anche l’inserimento dei dati degli aggressori nella Piattaforma nazionale di governo delle liste di attesa, così da garantire il monitoraggio di questi soggetti. I risparmi ottenuti dall’applicazione di questa misura sarebbero reinvestiti per potenziare la sicurezza negli ospedali.

Infermieri: “Serve l’esercito negli ospedali”

Il sindacato degli infermieri Nursing Up chiede soluzioni immediate, denunciando l’assenza di forze dell’ordine nelle strutture sanitarie durante gli orari notturni. La proposta avanzata è quella di impiegare l’esercito per garantire la sicurezza all’interno degli ospedali, soprattutto nelle città capoluogo e nelle strutture con un alto bacino d’utenza.

“Nel mese di agosto abbiamo contato 34 episodi di violenza in 31 giorni. Serve una riorganizzazione dei presidi fissi delle forze dell’ordine e, in mancanza di un numero adeguato di agenti, è indispensabile l’intervento dell’esercito”, ha dichiarato il sindacato in una nota.

Il Ministro Schillaci: “Inasprimento delle pene, ma serve un cambio culturale”

Anche il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha ribadito l’urgenza di intervenire per tutelare gli operatori sanitari, richiamando l’importanza di un inasprimento delle pene per chi commette violenze. Tuttavia, Schillaci ha sottolineato che il problema non è solo legale, ma anche culturale: è fondamentale educare i cittadini a rispettare chi lavora per prendersi cura della loro salute.

“Dobbiamo far capire che chi indossa il camice è lì per accudirli. Abbiamo già adottato alcune misure lo scorso anno, ma interverremo nuovamente su questo tema”, ha concluso Schillaci.

L’emergenza delle aggressioni negli ospedali richiede un intervento tempestivo e deciso, che combini misure punitive come il Daspo sanitario con investimenti in sicurezza e un cambio culturale a lungo termine.

Redazione Nurse Times

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