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Sanità, Ceccarelli (COINA): “Altro che svolta: 530 euro lordi in otto anni per infermieri, ostetriche e tecnici sono l’ennesima presa in giro”

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Nuove specializzazioni infermieristiche, Ceccarelli (Coina): "Si rischia di creare un pericoloso divario con gli infermieri di base"
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Roma 29 MAG 2025 – «Il nuovo contratto per infermieri, ostetriche, tecnici e tutto il personale del comparto sanità pubblica viene presentato come un traguardo storico. Ma basta fare due conti per capire che si tratta dell’ennesima promessa gonfiata a uso mediatico, e non della svolta di cui il nostro sistema ha disperatamente bisogno».

Così Marco Ceccarelli, segretario nazionale del COINA, commenta i dati diffusi dall’Aran e rilanciati dal ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, che parla di aumenti complessivi da 530 euro lordi al mesegrazie ai rinnovi contrattuali dal 2019 al 2027.

«Suona bene – continua Ceccarelli – ma si tratta di un aumento spalmato su otto anni, che corrisponde a una media di 66 euro lordi al mese per ciascun anno. E se si applica una tassazione media del 30-35%, come succede ai dipendenti pubblici, parliamo di circa 43-46 euro netti al mese. È questa la risposta che lo Stato intende dare a una delle categorie più sacrificate e dimenticate della Pubblica Amministrazione?»

A fronte di anni di inflazione galoppante, stipendi fermi, carichi insostenibili, personale sottorganico e aggressioni in corsia, l’aumento proposto – sottolinea COINA – è nettamente inferiore al recupero del potere d’acquisto necessario. L’Italia continua a tenere i suoi infermieri sul fondo delle classifiche europee per retribuzione media, con stipendi attorno ai 1500 euro netti mensili. Peggio di noi solo pochi Paesi dell’Est Europa.

Per quanto riguarda, poi, l’attuale CCLN Sanità 2022-2024, con le trattative infinite ancora in corso tra Aran e le rappresentanze del personale sanitario, per noi del COINA, continua Ceccarelli, è evidente che la mancanza di un fronte sindacale compatto ha indebolito una trattativa già fragile. L’assenza di un segnale unitario ha favorito divisioni e ha aperto la strada a un contratto povero di contenuti e risorse. A pagarne il prezzo sono ancora una volta i professionisti della salute, costretti a lavorare con retribuzioni inadeguate e sempre meno tutele.”

«Chi lavora in sanità non chiede miracoli, ma rispetto, verità e coraggio politico. – continua Ceccarelli – Ci troviamo ancora una volta a commentare cifre ridicole: indennità di pronto soccorso aumentate di 16 euro lordi, specificità infermieristica +3 euro, tutela del malato +1,45 euro. In cambio di turni massacranti, di ferie negate, di stress cronico, di strutture al collasso. È una beffa. Oltre tutto, finora non siamo stati nemmeno in grado di arrivare alla firma del contratto attuale, le cui risorse messe a disposizione sono davvero ridicole…»

Il nuovo contratto prevede anche alcune misure non economiche – come il supporto psicologico per il personale aggredito o l’esenzione dai turni notturni per i lavoratori più anziani – ma secondo COINA non basta “alleggerire” il sistema con qualche toppa morale, mentre il resto dell’impianto sanitario crolla come un castello di sabbia.

«Abbiamo visto governi di tutti i colori ignorare il problema strutturale della sanità pubblica – conclude Ceccarelli –. Questo rinnovo, se imposto per decreto, sarà solo l’ennesimo cerotto su una ferita aperta. Chiediamo di più. Chiediamo che infermieri, ostetriche, tecnici e tutti i professionisti della sanità siano finalmente riconosciuti per il loro ruolo essenziale. Perché la sanità italiana non può continuare a reggersi sulle spalle stanche e sottopagate di chi ha giurato di prendersi cura degli altri

Redazione Nurse Times

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