Le Rsa riaprono in sicurezza per consentire, dopo tanto tempo, agli ospiti di rivedere i propri parenti.
Il protocollo di sicurezza vagliato dal Cts è stato approvato e prevede, tra le altre cose, il green pass e le visite preferibilmente in spazi all’aperto.
“Ho appena firmato l’ordinanza che consentirà le visite in piena sicurezza in tutte le Rsa. Ringrazio le Regioni e il Comitato tecnico scientifico che hanno lavorato in sintonia con il ministero della Salute per conseguire questo importante risultato. È ancora necessario mantenere la massima attenzione e rispettare le regole e i protocolli previsti, ma condividiamo la gioia di chi potrà finalmente rivedere i propri cari dopo la distanza indispensabile per proteggerli”, ha scritto in un post su Facebook il ministro Roberto Speranza.
Il protocollo condiviso da Regioni, Cts e ministero della Salute prevede una programmazione della visite basata sulle “condizioni” della struttura, del parente che fa ingresso nella Rsa e dell’ospite che tenga in conto età, fragilità e vaccinazione.
Le Rsa, quindi riaprono, ma la pianificazione degli accesi dovrà considerare i bisogni clinico-assistenziali-terapeutici e psicologici, affettivi, educativi e formativi affinché il protrarsi del confinamento a causa della pandemia non configuri mai una situazione di privazione de facto della libertà delle persone.
Sarà necessario il Green Pass che permetterà ai familiari di accedere nelle strutture. In alternativa può essere validamente utilizzata l’attestazione di una delle condizioni necessarie per il rilascio delle stesse purché non scadute. Quindi, è sufficiente testimoniare di aver fatto il vaccino, un tampone nelle ultime 48 ore con risultato negativo o essere guarito da Covid. Tutti gli incontri dovranno essere organizzati adeguatamente nel corso della giornata per evitare assembramenti. Inoltre, ogni ospite non potrà ricevere più di due visitatori alla volta. Una regola per la quale sono previste eccezioni solo in caso di particolari condizioni cliniche-psicologiche, come una “fase di fine vita” o se l’ospite è un minorenne.
Sono inoltre previsti percorsi distinti di accesso e uscita, l’utilizzo della mascherina FFP2 e il protocollo prevede la possibilità di prendere considerazione il contatto fisico in “particolari condizioni di esigenze relazionali/affettive”.
Vanno privilegiati gli incontri all’aperto. Nel caso in cui l’ospite sia una persona allettata e condivida la stanza con persone non vaccinate, la visita potrà essere effettuata da una parte di un solo familiare.
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Fonte: ilfattoquotidiano.it (A. Tundo)
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