Grave la carenza di ostetriche nel mondo. Ne mancano, infatti 900.000, pari a 1/3 della forza lavoro globale richiesta in questo settore. La pandemia ha peggiorato la situazione, inoltre, dirottando le ostetriche su altri fronti professionali. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), insieme all’Unfpa (l’agenzia Onu sulla salute sessuale e riproduttiva) e la Confederazione internazionale delle ostetriche, torna a richiamare l’attenzione sul problema.
A fare il punto è il rapporto State of World’s Midwifery dell’Unfpa (l’agenzia Onu sulla salute sessuale e riproduttiva), in cui viene valutata la situazione di 194 paesi.
“Il rapporto dice una cosa importante: il mondo ha bisogno urgentemente di 1,1 milioni di operatori essenziali della salute per assicurare cure riproduttive, sessuali, materne, neonatali e agli adolescenti. L’80% di questi lavoratori essenziali mancanti sono ostetriche”, commenta Natalia Kanem, direttore esecutivo di Unfpa.
Carenze di osteriche a livello globale: i problemi
Secondo il documento, tra i punti all’origine del problema è la disuguaglianza di genere, il sotto-finanziamento, il non dare la priorità ai bisogni di salute sessuale e riproduttiva delle donne e il mancato riconoscimento del ruolo delle ostetriche.
Secondo un’analisi pubblicata su Lancet, se si riuscisse fare un investimento per colmare completamente questa carenza di ostetriche entro il 2035, si potrebbero evitare circa il 67% delle morti materne, il 64% di quelle neonatali e il 65% dei bambini nati morti, salvando 4,3 milioni di vite l’anno.
Tuttavia, sottolinea l’Oms, nonostante l’allarme lanciato già nel 2014 dal precedente rapporto, i progressi compiuti in questi 8 anni sono stati troppo lenti, rileva l’Oms. Al ritmo attuale, la situazione migliorerà pochissimo entro il 2030.
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Fonte: Ansa
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