Ancora nulla di fatto per il rinnovo del Ccnl Sanità 2022-2024. A un mese dalla precedente riunione in Aran le trattative si sono nuovamente arenate per l’opposizione di Cgil, Uil e Nursing Up, che hanno mantenuto inalterate le proprie richieste, sia in termini di maggiori risorse economiche sia su specifiche questioni normative.
La reazione del Nursind
“Sono caduti tutti gli alibi e chi, anche oggi, ha sprecato l’ultima chiamata e deciso irresponsabilmente di non sottoscrivere il Ccnl del comparto non solo si è assunto una enorme responsabilità di cui dovrà dare conto ai lavoratori, ma ha anche decretato la morte del ruolo dei sindacati nella contrattazione”. Andrea Bottega (foto), segretario nazionale del sindacato Nursind, commenta così il fallimento del tavolo convocato questa mattina all’Aran.
“L’incontro odierno – ricostruisce Bottega – ha confermato quanto abbiamo sempre sostenuto: le risorse, che anche noi reputiamo insufficienti, non aumenteranno perché qualcuno fa la voce grossa o punta i piedi. E bacchette magiche non ce ne sono. Non solo, ma anche la parte ordinamentale del Ccnl non sarà oggetto di modifiche, tant’è che l’Aran, su mandato delle Regioni, ha riproposto il testo frutto della trattativa di gennaio. Ecco perché la decisione di non firmare neppure stamani, di fatto, preclude ogni possibilità di futura negoziazione. Un vero e proprio ‘suicidio’, naturalmente non nel nostro nome, ma – ed è un paradosso – nel nome di quelle sigle che a partire dagli anni Novanta hanno voluto con forza l’attuale sistema di contrattazione”.
Prosegue il segretario Nursind: “A questo punto non ci resta che chiedere un intervento a Governo e Regioni per distribuire le risorse stanziate in Manovra. A spingerci in questa direzione è il senso di responsabilità che sentiamo nei confronti dei lavoratori. Una responsabilità che, evidentemente, non ha guidato le sigle sindacali che hanno scelto, in maniera per noi scellerata, di non sottoscrivere il Ccnl sulla pelle dei professionisti”.
Conclude Bottega: “È emblematico il caso del personale di pronto soccorso che per primo, purtroppo, sta pagando il prezzo della mancata ratifica dell’intesa, non potendo percepire l’aumento dell’indennità in busta paga. Come ha ribadito ancora una volta oggi l’Aran, infatti, questo incremento è legato al rinnovo del Ccnl, in quanto rientra nei finanziamenti stabiliti dall’atto di indirizzo delle Regioni e certificato dalla Ragioneria dello Stato”.
Redazione Nurse Times
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