Contratto Sanità: la mancata firma costa cara a pronto soccorso e ostetriche. Nursind ribadisce: “Scelta ideologica che danneggia i lavoratori”
La mancata firma del Ccnl del comparto Sanità 2022-2024 ha generato un acceso dibattito tra sindacati, lavoratori e opinione pubblica. La verità sconvolgente è che, per impuntature ideologiche di alcuni, a farne le spese – come sottolinea il segretario del Nursind Andrea Bottega, da noi intervistato – sono stati infermieri e ostetriche.
“Che le risorse a disposizione fossero poche era risaputo, infatti, ma una dose di pragmatismo in più avrebbe permesso a queste categorie di compiere diversi passi avanti, anche solo guardando ai benefici indiretti sul fronte economico derivanti da tanti aspetti del Ccnl” sostiene Bottega.
Come risponde alle critiche mosse da chi ritiene che la firma del contratto, con risorse limitate, non avrebbe garantito miglioramenti significativi per i lavoratori?
Rispondo che chi lo sostiene è in malafede oppure non ha letto il contratto. Proprio perché era risaputo che le risorse a disposizione sarebbero state poche, ma ve ne erano di ulteriori già stanziate nella legge di Bilancio, è stato uno spreco non assicurare subito quegli aumenti ai lavoratori. E, soprattutto, non permettere così di aprire il tavolo negoziale del Ccnl 2025-2027 per cominciare a finalizzare anche i fondi della manovra.
Ricordo, inoltre, che il testo non prevedeva solo aspetti economici, bensì pure normativi e legati alla disciplina del rapporto di lavoro, tutti a loro volta con benefici indiretti sul fronte economico. Faccio un esempio: il patrocinio legale gratuito contro le aggressioni previsto dal Contratto 2022-2024 non è forse anch’esso una misura con ricadute sul portafoglio dei dipendenti della sanità pubblica? Potrei citare, inoltre, le prestazioni aggiuntive a 50 euro anche a livello aziendale o il riconoscimento dello straordinario per gli incarichi al di sotto dei 5mila euro.
Ha menzionato che la mancata firma penalizza categorie specifiche come il personale dei pronto soccorso e le ostetriche. Quali azioni immediate intende intraprendere il Nursind per supportare questi lavoratori?
Il Nursind non può intraprendere nessuna iniziativa per il semplice motivo che sia l’indennità di pronto soccorso e sia quella di tutela del malato per le ostetriche sono disciplinate dal contratto.
Finché non sarà firmato, dunque, non si può fare niente. Un’occasione persa, purtroppo, che suona come una vera e propria beffa per entrambe le figure professionali che hanno visto sfumare un aumento mensile lordo a regime di 150 euro, a cui sarebbero stati aggiunti – per il personale del pronto soccorso – altri 175 milioni da distribuire con accordi regionali e arretrati da giugno 2023. Ricordo, infatti, che per chi lavora in pronto soccorso il Ccnl di comparto non definiva solo il quantum economico per ciascuna regione, ma stabiliva anche la possibilità di variare la quota individuale in base al profilo professionale, distinguendo a seconda delle responsabilità ricoperte. Per le ostetriche si trattava di altri 31,69 da gennaio 2024 per un totale di 181,69.
Quali sono state le principali motivazioni che hanno guidato la vostra decisione riguardo alla firma del Contratto Collettivo Nazionale del comparto Sanità 2022-2024?
Premettiamo che anche noi abbiamo sempre lottato e continueremo a farlo per ottenere più risorse a beneficio del Ssn. Una volta compreso, però, che oltre quegli stanziamenti non si poteva andare e che, di certo, la strada degli scioperi non avrebbe cambiato la realtà dei fatti, ma solo illuso e impoverito di più i lavoratori, portandoli a rinunciare a una giornata di stipendio, abbiamo deciso di lavorare sulle risorse a disposizione per cercare appunto di ottenere il massimo per infermieri e ostetriche.
A far pendere decisamente la bilancia verso il sì alla firma sono state diverse conquiste guadagnate al tavolo, dalle relazioni sindacali per tutelare meglio i lavoratori alle attività da esercitare al di fuori delle strutture aziendali; dalle prestazioni aggiuntive con tariffa unica nazionale di 50 euro l’ora alla definizione di obiettivi e strumenti per l’age management.
All’elenco vanno aggiunte poi: la disciplina sperimentale delle ferie fruibili ad ore, inclusa la possibilità di cederle anche per assistere parenti di primo grado (ferie solidali), la possibilità di part time per gli incarichi professionali e il pagamento delle ore straordinarie per chi, come già detto, ha un incarico dai 5mila euro in giù.
Al di là del già citato patrocinio legale per i casi di aggressione, ci sarebbero infine altri aspetti da menzionare, oltre alle indennità di cui abbiamo già parlato. Aggiungo solo, tra gli altri, la possibilità di incrementare del 50% in sede di contrattazione aziendale l’indennità di base del personale sanitario laureato per particolari unità operative e la priorità data all’aumento dell’indennità notturna grazie alle risorse previste dallo 0,22% del monte salari.
In che modo pensate che la divisione tra i sindacati influenzerà le future trattative contrattuali e quali passi ritenete necessari per raggiungere un consenso?
Questa domanda andrebbe rivolta a chi ha fatto saltare la trattativa con un approccio quantomeno ideologico e non pragmatico che rischia di farci perdere un anno di tempo. Sul fronte del consenso, noi abbiamo agito nell’interesse degli infermieri e delle ostetriche. Chi ci segue e lavora con noi lo sa bene. Infine, mi conceda una riflessione di metodo: non si arriva all’ultimo minuto per far saltare una trattativa senza aver dato prima alcun segnale in tal senso. Le relazioni sindacali sono relazioni tra persone e i tranelli o le sorprese non sono mai ben accetti.
Matteo Lucio Maiolo
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