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Piemonte, Pd all’attacco: “Medici e infermieri in fuga dalla sanità pubblica”. La replica della Giunta Cirio: “Numeri letti male”

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Piemonte, i sindacati infermieristici: "Servono 5mila assunzioni"
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Il Piemonte continua a perdere medici e infermieri. Il Partito democratico (Pd) denuncia quella che, a suo dire, è una situazione sempre più precaria, citando i dati 2024 relativi alle assunzioni, ma anche alle cessazioni e alle dimissioni. Dati che sembrano certificare una vera e propria fuga dalla sanità pubblica, con 970 medici e 647 infermieri in meno sotto la guida del Centrodestra.

“Il calo strutturale delle assunzioni di medici a tempo indeterminato nel corso degli ultimi sei anni ci spiega l’esplosione dei gettonisti e degli straordinari inumani richiesti ai sanitari – attacca il vicepresidente della Commissione Canità del Consiglio regionale del Piemonte, Daniele Valle -. Ovvio che in un sistema dominato dalla precarietà la qualità delle prestazioni cali, le liste d’attesa aumentino e il personale smetta di investire sul proprio lavoro nel lungo periodo. La conseguenza è la fuga dei medici dal sistema pubblico. Il 58% delle cessazioni del 2024 sono dovute a dimissioni volontarie- E’ l’inizio di un circolo vizioso che si auto-alimenta”. 

E cco i numeri snocciolati dal Pd: “I numeri del 2024, forniti dalle aziende, confermano un trend negativo costante da quando la nostra Regione è guidata dal centrodestra e dal presidente Cirio: -12 nel 2019, -124 nel 2020, -304 nel 2021, -218 nel 2022, -114 nel 2023 e -198 nel 2024, per un totale di 970 medici in meno in sei anni. Dal 2014 al 2018, con la Giunta Chiamparino, il saldo era stato di -6 medici, mentre 228 erano stati i professionisti assunti a partire dal 2016. Sembrerebbe migliore la situazione riguardante gli infermieri. Invece, purtroppo, è solo un gioco di specchi. Le 96 assunzioni di infermieri del 2024 sono nulla di fronte allo sprofondo rosso delle cessazioni accumulate tra 2021 e 2023 (-1.156): da quando governa Cirio il saldo è di -647; con il Centrosinistra, dal 2014 al 2018, nel pieno del piano di rientro, il dato fu +334”.

Il consigliere regionale Domenico Rossi parla poi del problema assunzioni: “Siamo ben lontani dalle 2mila assunzioni in più promesse per il 2023, a cui si devono sommare le altre mille promesse nel 2022. I report forniti dalle Asl e dalle Aso certificano che le promesse di Cirio non sono state mantenute. Ci chiediamo come in un contesto come questo si possa anche solo immaginare di ridurre le liste d’attesa e razionalizzare i servizi”.

E ancora: “Il vero e proprio allarme riguarda le cause delle cessazioni. Non sono i pensionamenti a provocare l’emorragia: oltre il 50% di medici (58%) e infermieri (51%) si dimette, mentre la quota degli oss è al 35%. Stiamo assistendo a una fuga dal servizio pubblico verso quello privato, che evidentemente offre compensi e condizioni di lavoro migliori. C’è chi va all’estero, chi seglie il territorio, chi decide anche di ritirarsi e non fare nulla, perché è difficile conciliare gli impegni familiari con le tante ore richieste. E poi c’è il fenomeno dei gettonisti. Nel contesto attuale, se qualcuno manca, non si trova in fretta il sostituito e non lo si può scegliere. Mancano benessero lavorativo e organizzativo. Va bloccato l’esodo, altrimenti sarà il caos”.

La replica di governatore e assessore alla Sanità

“Adesso capiamo perché la Sinistra ci ha lasciato tanti debiti: evidentemente non sanno contare e i numeri diffusi, e oggi lo dimostrano ancora una volta – replicano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi -. Come noto, questa amministrazione si è dotata di uno strumento scientifico di analisi dei dati: l’Osservatorio del personale sanitario, nato nel giugno 2023, composto da Regione, sindacati, sia del comparto, sia della dirigenza, aziende sanitarie e ospedaliere, atenei. É un organismo paritetico che si riunisce periodicamente e che certifica, sulla base dei dati scientifici delle piattaforme di monitoraggio, i dati delle assunzioni”.

Aggiungono Cirio e Riboldi: “Al 31 dicembre 2024 l’Osservatorio ha certificato che nella sanità piemontese lavorano 57.939 persone, ovvero 1.455 in più rispetto al giugno 2023 (quando erano 56.484). Facciamo notare che nel 2018, quando governava il Centrosinistra, secondo i dati del Conto annuale Mef e Opessan, ovvero la banca dati regionale, lavoravano nella sanità piemontese 54.381 persone, ovvero 3.558 in meno rispetto a fine 2024”.

E ancora: “L’aggiornamento trimestrale al 31 marzo, che sarà oggetto della prossima riunione dell’Osservatorio, certifica poi che questo numero è ancora cresciuto. In particolare, nella sanità piemontese al 31 marzo lavorano 58.086 persone, 147 in più rispetto a dicembre. In sintesi, rispetto al giugno 2023, nella sanità piemontese lavorano 1.602 persone in più. Si tratta di assunzioni al netto del turnover, ovvero persone aggiuntive rispetto a quelle che sono state assunte per coprire i posti di chi è andato in pensione. Tra quei 1.602 in più ci sono 304 medici e 798 tra oss e infermieri. Oltre a un grave difetto aritmetico, il Pd dimostra anche una conoscenza carente degli strumenti giuridici”.

Cotrattaccano ancora Cirio e Riboldi: “L’aumento dei medici assunti a contratto determinato che il Pd segnala è la prova che si sono fatte nuove assunzioni, visto che le assunzioni a tempo determinato per i medici, regolate dal Decreto Calabria, sono l’unico strumento previsto dalla normativa per reclutare i medici in formazione specialistica, ovvero l’unico bacino di personale oggi disponibile, considerata la strutturale carenza di professionisti in questo ambito. Il passaggio al tempo indeterminato è automatico al momento del conseguimento della specializzazione”.

Concludono governatore e assessore: “In questo contesto, seppur complesso, l’Osservatorio ha lavorato con il condiviso obiettivo di aumentare il personale della sanità piemontese, e i numeri confermano che questo lavoro è sulla buona strada. Sarebbe pertanto auspicabile che dalle forze politiche arrivassero più contributi concreti e meno polemiche strumentali”.

Redazione Nurse Times

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