Continua l’indagine choc nell’ospedale di Settimo Torinese: errori nelle cure, pazienti senza assistenza e personale non autorizzato in corsia
All’ospedale di Settimo Torinese (Asl TO4) un’infermiera sospesa dall’esercizio professionale avrebbe continuato a lavorare in corsia nonostante un decreto di sospensione ufficiale. Nella stessa struttura, secondo quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri del NAS, un paziente è deceduto per un presunto errore nelle cure e un altro sarebbe stato quasi ucciso dalla somministrazione errata di potassio.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Ivrea, mette sotto accusa la gestione interna del personale sanitario e i controlli sulla sicurezza delle cure.
L’infermiera sospesa che continuava a lavorare
Protagonista al centro del caso è Mia Damian Toader, infermiera iscritta all’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Biella, che risultava sospesa dall’attività professionale.
Nonostante ciò, durante un’ispezione dei Carabinieri del NAS, la professionista sarebbe stata trovata regolarmente in servizio nel reparto lungodegenti dell’ospedale di Settimo.
Nella relazione ufficiale, gli investigatori descrivono il suo comportamento con parole dure:
«Spregiudicata riluttanza avverso il provvedimento disciplinare adottato».
Il documento dei NAS chiede l’applicazione di una misura cautelare immediata per interrompere la prosecuzione del reato di esercizio abusivo della professione. Tuttavia, la misura non sarebbe mai stata applicata.
L’accusa: esercizio abusivo e maltrattamenti
Oggi l’infermiera è indagata per esercizio abusivo della professione e maltrattamenti in corsia, in concorso con altri dirigenti e professionisti.
Secondo la Procura, avrebbe continuato a indossare il camice e a prestare assistenza ai pazienti durante la sospensione dall’albo, violando il decreto disciplinare e mettendo a rischio la sicurezza dei degenti.
Le carte dell’indagine parlano di un sistema disfunzionale, in cui personale privo dei requisiti avrebbe continuato a operare indisturbato. Gli investigatori sottolineano che la situazione sarebbe stata nota alla direzione sanitaria e ai responsabili delle cooperative che gestivano il servizio.
Errori nelle cure e pazienti a rischio
L’inchiesta documenta errori nella somministrazione di farmaci e la morte di un anziano ricoverato in seguito a un errore terapeutico.
Un altro paziente sarebbe stato quasi ucciso da una dose errata di potassio, un farmaco che, se somministrato in modo scorretto, può essere letale.
Nelle mail interne citate dagli inquirenti, la coordinatrice avrebbe segnalato più volte alla direzione sanitaria gli errori e le irregolarità di alcuni operatori, ma nessun intervento concreto sarebbe stato adottato.
Alcuni infermieri, secondo la relazione, avrebbero operato senza aver ottenuto il riconoscimento ministeriale dei titoli conseguiti all’estero, continuando comunque a lavorare nelle corsie grazie ai contratti stipulati con le cooperative Frassati e CM Service.
Dirigenti e cooperative sotto indagine
Oltre all’infermiera sospesa, sono indagati anche Tullia Baietto, primaria del reparto lungodegenti, e Michele Scusello, responsabile del personale per CM Service.
Entrambi rispondono, a vario titolo, delle accuse di maltrattamenti, negligenza professionale e omesso controllo.
Le associazioni infermieristiche e gli Ordini professionali locali chiedono ora verifiche più severe sulle procedure di sospensione, l’obbligo di segnalazione immediata agli enti appaltanti e la tracciabilità delle attività svolte da personale temporaneamente non abilitato.
L’Ordine delle Professioni Infermieristiche (Opi) sottolinea che la sospensione dall’albo comporta l’immediata interdizione dall’attività assistenziale, e che eventuali violazioni possono configurare reati penali e disciplinari gravi.
L’episodio di Settimo mette in luce lacune nel sistema di controllo tra Asl, Ordini professionali e cooperative sanitarie, oltre a rischi concreti per la sicurezza dei pazienti e la reputazione della professione infermieristica.
Redazione NurseTimes
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