Sarà avviata a Pavia la sperimentazione del braccialetto anti-aggressioni per proteggere medici e infermieri dalle violenze sul lavoro. Il suo debutto è previsto entro la fine dell’anno o all’inizio del 2025, con un test iniziale in un pronto soccorso della provincia. L’annuncio giunge in un contesto drammatico: in Lombardia, nel 2023, sono stati registrati 4.836 episodi di violenza contro operatori sanitari. Fials Lombardia accoglie con favore l’iniziativa, ma sottolinea che si tratta solo di un primo passo, e che sono necessari interventi strutturali più ampi per tutelare davvero chi lavora nella sanità.
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“Accogliamo con favore questa iniziativa dell’assessore Bertolaso, che dimostra un’attenzione concreta verso la sicurezza del personale sanitario – dichiara Roberto Gentile, segretario di Fials Lombardia -, ma non possiamo ignorare che questa misura è solo un punto di partenza. La realtà è che le aggressioni, comprese insulti e minacce, sono molto più diffuse. Stiamo parlando di decine di migliaia di episodi ogni anno che spesso non vengono denunciati. Gli attacchi più gravi si verificano durante i turni notturni, quando il personale è ridotto e la sorveglianza è meno presente”.
Prosegue Gentile: “Che il personale sanitario debba essere tutelato al massimo è un principio che Fials Lombardia ha sempre sostenuto, senza esitazione e con tutti i mezzi a nostra disposizione. Ribadiamo con forza che medici e infermieri devono essere gratificati e valorizzati, non aggrediti o lasciati in condizioni di disagio. Questa è una necessità non solo per il benessere degli operatori, ma per garantire la qualità del Servizio sanitario nazionale e la sicurezza degli utenti che vi si affidano ogni giorno”.
Secondo il segretario Fials Lombardia, la sperimentazione del braccialetto e la presenza fisica degli agenti sono misure importanti, ma non sufficienti: “Il problema non si risolve solo con l’installazione di dispositivi tecnologici o l’intervento delle forze dell’ordine. Serve una strategia a lungo termine che affronti la radice del problema: la cronica carenza di risorse umane ed economiche. Se non agiamo subito con decisione e lungimiranza, il sistema sanitario rischia di sgretolarsi, lasciando scoperti i bisogni fondamentali di salute della popolazione”.
Il segretario Fials Lombardia conclude con un invito: “Chiediamo alle istituzioni di considerare il braccialetto anti-aggressioni come parte di un piano più ampio, che comprenda l’aumento del personale, il miglioramento delle condizioni di lavoro e un vero impegno a far emergere e denunciare le violenze. Il numero delle segnalazioni alle Procure, che attualmente rappresentano solo una minima parte dei casi, deve aumentare. Solo così potremo davvero garantire un ambiente sicuro e dignitoso per chi si prende cura di noi”.
Redazione Nurse Times
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