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OPI della Lombardia: infermieri uzbeki ok solo con sicurezza e trasparenza

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Lombardia, 200 infermieri in arrivo dall'Argentina. Marsella (Opi Cremona): "Solo una pezza"
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“Sì alla cooperazione, ma nel rispetto della sicurezza, della qualità e della trasparenza professionale”. Gli infermieri della Lombardia condividono il proprio pensiero circa l’arrivo di decine di professionisti Uzbeki

«Accogliamo con attenzione l’iniziativa di Regione Lombardia di avviare un progetto con l’Uzbekistan per il reclutamento di infermieri, ma chiediamo che questa operazione non diventi solo una risposta emergenziale. Deve invece fondarsi su criteri chiari di sicurezza, validazione dei titoli, qualità formativa e responsabilità professionale. L’inserimento di professionisti stranieri può essere un’opportunità, solo se gestito con rigore e trasparenza, nel pieno rispetto delle regole italiane e della tutela dei pazienti».

Si sottolineano cinque priorità operative che devono guidare lo sviluppo del progetto.

In primo luogo, è necessario un riconoscimento rapido ma rigoroso dei titoli di studio, attraverso procedure semplificate e coordinate tra Ministero della Salute, Regione Lombardia e Ordini professionali, così da evitare disallineamenti e tempi incerti. Altrettanto importante è il tracciamento e l’iscrizione agli Ordini professionali lombardi di ogni infermiere Uzbeko fin dal momento dell’arrivo, per garantire verifiche puntuali, monitoraggio costante e una piena integrazione nel sistema locale. 

Sicurezza dei pazienti

Fondamentale resta la tutela della sicurezza dei pazienti, che deve essere assicurata attraverso un periodo di affiancamento obbligatorio a tutor italiani, valutazioni periodiche delle competenze, audit indipendenti e una rendicontazione trasparente dei risultati. Gli Ordini richiamano, inoltre la necessità di corsi intensivi di lingua italiana e di cultura sanitaria, con certificazioni riconosciute e superamento obbligatorio prima dell’assunzione di qualsiasi autonomia clinica.

Si ribadisce che il progetto Uzbeko deve avere un ruolo di complementarità e non di sostituzione: non può rappresentare un’alternativa alle politiche strutturali di valorizzazione e reclutamento degli infermieri italiani. È quindi indispensabile investire nel benessere organizzativo, in condizioni contrattuali adeguate e in strategie efficaci di retention nel sistema pubblico.

«Il Coordinamento è pronto a collaborare con Regione Lombardia, Ministero della Salute e Aziende sanitarie, per costruire un protocollo condiviso che renda l’iniziativa sostenibile, sicura e credibile.

È fondamentale che chi rappresenta la professione sia coinvolto attivamente nella definizione di ogni fase del percorso. L’integrazione è una sfida globale, ma non deve mai tradursi nel depauperamento di risorse professionali in Paesi che, come l’Italia, soffrono già di carenza infermieristica».

La vicenda

Regione Lombardia ha annunciato nel 2025 un accordo di cooperazione con il Governo dell’Uzbekistan per il reclutamento e la formazione di infermieri da inserire nelle strutture sanitarie lombarde, con l’obiettivo di mitigare la cronica carenza di personale. Il progetto prevede la selezione e il successivo inserimento di decine di professionisti, previa formazione linguistica e tecnico-professionale.

Gli Ordini delle Professioni Infermieristiche lombarde, sostengono la necessità di garantire percorsi chiari, controllati e rispettosi degli standard italiani di qualità e sicurezza, affinché questa iniziativa possa rappresentare un vero contributo e non un rischio per il sistema sanitario regionale. 

Redazione NurseTimes
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