Dopo anni di negoziati, decine di bozze e ripensamenti, il piano globale pandemico dell’Oms nasce senza la firma di 11 Paesi, tra cui l’Italia. L’assemblea a Ginevra lo ha varato, ma prima che entri in vigore servirà produrre altri accordi e documenti. La lezione del Covid ha fatto capire quanto fosse necessario mettere a punto un piano emergenziale da costruire, come dicono i tecnici, “in tempo di pace”, per combattere assieme nel caso arrivi un nuovo virus che possa mettere in ginocchio i servizi sanitari mondiali e l’economia.
L’Italia è tra gli 11 Stati membri dell’Oms che si sono astenuti in occasione del voto a Ginevra per l’approvazione in Commissione del primo Accordo pandemico, poi approvato in sessione plenaria. L’Assemblea mondiale della sanità, con 124 voti favorevoli, nessuno contrario e 11 astensioni dalle delegazioni degli Stati membri, ha detto sì ai 35 articoli che ribadiscono comunque come in nessun caso l’Oms possa superare i poteri delle sovranità nazionali.
Quest’ultima è stata una precisa richiesta dell’Italia, che ha fatto valere la questione nero su bianco nel documento, che non fa cenno a vaccinazioni obbligatorie o misure restrittive delle libertà personali. Tra i Paesi che si sono astenuti figurano anche Iran, Israele, Russia, Slovacchia e Polonia.
Perplessità per la posizione italiana arriva da due tecnici in prima linea durante la pandemia: l’infettivologo Matteo Bassetti e l’ex presidente dell’Iss, Walter Ricciardi, che ha svolto anche il ruolo di consulente per la pandemia con l’allora ministro Roberto Speranza.
“Avrei preferito che il nostro Paese non stesse dalla stessa parte di Paesi come Iran, Russia e Israele – ha riferito Bassetti -. Da giorni arrivano report da diversi Paesi, tra cui Singapore, Thailandia, Hong Kong e alcune provincie della Cina, dove sembra esserci un’importante ondata di Covid. Sebbene si tratti di una forma non aggressiva della malattia, questo aumento di casi fa pensare a una variante immune alle vaccinazioni, che ormai per la stragrande maggioranza risalgono ad almeno due anni fa”.
Ricciardi invece ricorda che l’astensione dell’Italia stupisce perché il nostro Paese era stato tra i promotori del trattato pandemico tre anni fa: “Questo cambio di passo non ha nessuna spiegazione, né scientifica né di sanità pubblica, ma evidentemente si tratta di una scelta di natura politica, basta vedere la cattiva compagnia dei Paesi con cui l’Italia ha votato. Paesi che non hanno a cuore il bene comune, ma tengono di più alle sensibilità politiche dei propri elettori sovranisti e populisti”.
La posizione dell’Italia ha suscitato immediatamente la reazione interna dell’opposizione che ha letto l’astensione come un favore alle posizioni no vax e negazioniste. “La scelta di astenersi sul piano pandemico mondiale promosso dall’Oms è gravissima – ha detto Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera -. Il Governo Meloni decide di isolare il Paese per seguire le sirene negazioniste e antiscientifiche. Nessuna lezione dal Covid. Anzi, una chiusura di fronte alle ragioni della scienza e alla necessità di coordinare a livello globale strategie, risorse e ricerche”.
Anche l’ex ministro Beatrice Lorenzin, vicepresidente dei senatori Pd, parla di “scelta incomprensibile e antistorica”, mentre Andrea Quartini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari sociali alla Camera e coordinatore del Comitato Politico Salute e Inclusione Sociale del M5S lancia un appello: “Schillaci prenda le distanze dal sovranismo o lasci”.
Di avviso opposto Marco Lisei, presidente della Commissione Covid e senatore di Fratelli d’Italia: “L’Italia, anche sul fronte delle strategie di profilassi sanitaria, è finalmente tornata a svolgere un ruolo non più da gregaria, ma da protagonista nel consesso internazionale, e questo episodio lo dimostra”.
Lisei ricorda che proprio la posizione dell’Italia ha portato a modificare il documento, eliminando i riferimenti a lockdown e ad altre politiche restrittive. Le difficoltà internazionali per l’Oms proseguono poi con gli Usa, capofila dei Paesi che criticano gli uffici di Ginevra. Il ministro della Sanità, Robert F. Kennedy Jr, esorta altri Paesi a unirsi agli Stati Uniti e considerare l’uscita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Redazione Nurse Times
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