L’HPV (Human Papilloma Virus) costituisce una famiglia composta da oltre cento varietà diverse di virus.
La maggior parte degli HPV causa lesioni benigne, come le verruche che colpiscono la cute (di mani, piedi o viso) e i condilomi o papillomi che interessano le mucose genitali e orali.
La maggior parte delle infezioni genitali da HPV regredisce spontaneamente. Una piccola quota invece, se non trattata, può evolvere lentamente verso una forma tumorale. Il tumore del collo dell’utero è infatti quasi sempre correlato alla presenza dell’HPV.
Dal 21 febbraio scorso Gardasil-9, il vaccino nona valente anti-HPV, è stato riclassificato in classe H (la classe che ospita tutti quei farmaci risultanti a carico del SSN solo il ambito ospedaliero).
Un enorme passo avanti, che garantirà ai ragazzi e le ragazze italiane, la copertura da ben 9 ceppi del virus e fa ben sperare in una totale eradicazione nelle generazioni future.
Solo in Italia si stimano ogni anno oltre 3000 nuovi casi di tumore alla cervice, fattore di rischio l’HPV.
Va infatti specificato che sebbene la maggior parte delle infezioni da HPV si risolvano spontaneamente, l’eventuale persistenza del virus espone al rischio di insorgenza di lesioni precancerose entro i 5 anni dall’infezione e del carcinoma cervicale addirittura dopo decenni.
Alla luce di questo, oggi godiamo di piani di prevenzione ed informazione eccellenti, che hanno permesso passi da gigante in termini di diagnosi precoce, incidenza e sensibilizzazione sociale.
In effetti, oltre alla consacrata e vantaggiosa metodica del pap-test, disponiamo anche dell’HPV test, in grado di rilevare il dna del virus sulla superficie del collo dell’utero. La nuova tipologia di esame possiede qualche indiscutibile vantaggio rispetto alla precedente metodica:
- Tempi diagnostici ulteriormente anticipati;
- Possibilità di individuare un numero maggiori di lesioni sospette, ad uno stadio più precoce;
- Necessità di ripetere l’esame ogni 5 anni anziché ogni 3 (come prevede il pap test).
All’indubbia validità dei test di screening, si affiancano i già noti vaccini anti-HPV bi e tetravalenti, rivolti alle giovanissime e da qualche tempo anche ai maschietti (leggi i nostri articoli riportati in calce a riguardo), garantendo dunque un’ulteriore estensione della copertura ad entrambi i sessi.
Nuova Strategia Terapeutica:
Di recente l’arsenale per la lotta all’hpv si è arricchito con l’alleato Gardasil-9, il vaccino nonavalente.
Questa nuova formulazione, oltre ad assicurare la copertura contro i ceppi 6, 11, 16 e 18 (già garantiti con la formula tetravalente), estende la protezione a 5 ulteriori forme del virus, anch’esse potenzialmente oncogene. Di seguito la formulazione in una singola dose (0,5 mL):
- Proteina L1 Tipo 6di HPV 30 microgrammi
- Proteina L1 Tipo 11di HPV 40 microgrammi
- Proteina L1 Tipo 16di HPV 60 microgrammi
- Proteina L1 Tipo 18di HPV 40 microgrammi
- Proteina L1 Tipo 31di HPV 20 microgrammi
- Proteina L1 Tipo 33di HPV 20 microgrammi
- Proteina L1 Tipo 45di HPV 20 microgrammi
- Proteina L1 Tipo 52 di HPV 20 microgrammi
- Proteina L1Tipo 58 di HPV 20 microgrammi
- Eccipienti: Sodio cloruro, L-istidina, Polisorbato 80, Sodio Borato, Acqua per preparazioni iniettabili.
Il vaccino si costituisce di particelle altamente purificate della proteina capsidica virale L1 ed è rivolto ai ragazzi di età compresa tra i 9 ed i 26 anni. I risultati epidemiologici in merito hanno rilevato un’efficacia di prevenzione fino ad oltre il 90% delle neoplasie HPV-correlate.
CALABRESE Michele
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