Letti “ultra bassi” per ridurre il rischio di caduta accidentale dei pazienti. Terminata la fase di sperimentazione, l’iniziativa ha preso ufficialmente il via nel reparto di Medicina dell’ospedale San Luca di Lucca. Lo comunicarlo l’Usl Toscana Nord Ovest.
“Dopo una sperimentazione iniziale di tre mesi, che ha evidenziato l’efficacia e la rilevanza di questa tecnologia – si legge in una nota dell’Azienda –, la direzione medica dell’ospedale di Lucca e la struttura Sicurezza del paziente hanno promosso l’acquisto di quattro letti ospedalieri ‘ultra bassi’, destinati all’assistenza di pazienti ad alto rischio di caduta, accolti nella Medicina del San Luca. Sono adesso in uso grazie alla collaborazione di tutto il personale medico, infermieristico e oss del reparto, guidati dal direttore ad interim Giancarlo Tintori e dalla coordinatrice infermieristica Rosaria Cianelli“.
E ancora: “Il rischio di cadute è uno dei fenomeni più pericolosi che possono avvenire in ospedale. Purtroppo la condizione stessa del ricovero, oltre che l’allettamento prolungato, soprattutto in reparti caratterizzati da pazienti sempre più anziani, pluripatologici e che arrivano già dal domicilio con ridotte capacità motorie, favoriscono sempre più questo tipo di eventi. L’idea di adottare tali presidi è nata osservando l’ambiente pediatrico, in cui l’utilizzo di letti montessoriani è diventata ormai una prassi, proprio per evitare le cadute dal letto dei neonati. Analogamente si è deciso di lavorare su elementi strutturali, come quello di introdurre la possibilità per i letti, al bisogno, di abbassarsi fino a pochi centimetri da terra”.
Soddisfazione per per i letti “ultra bassi” è stata espressa anche dal direttore del San Luca, Francesco Puggelli: “Questa iniziativa conferma l’impegno dell’Azienda nel promuovere modelli di cura sempre più sicuri, personalizzati e basati sull’evidenza, a tutela del benessere e della dignità dei pazienti. In particolare il nostro ospedale, anche attraverso progetti come questo, dimostra la massima attenzione a migliorare l’assistenza dei pazienti, lavorando al contrasto alle barriere e all’introduzione di soluzioni innovative, anche in un’ottica di umanizzazione e attenzione alla persona assistita”.
Redazione Nurse Times
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