“I turni? Sono allucinanti”. Cesare Hoffer, coordinatore provinciale di Nursing Up Trento, sottolinea sulla testata il Dolomiti le sempre crescenti criticità della professione infermieristica. “Gli infermieri scarseggiano, i giovani non si iscrivono più all’università, le graduatorie per le sostituzioni sono vuote e, chi può, scappa altrove”.
In questi giorni ha fatto discutere l’emendamento all’assestamento presentato dal governatore Fugatti, in accordo con l’assessore alla Salute, Mario Tonina. Parliamo di 10,7 milioni di euro che andranno alla sanità e che dovrebbero servire a rendere le professioni infermieristica e medica più attrattive, gratificando chi oggi è impegnato negli ospedali trentini.
Ma questo stanziamento è sufficiente? E, soprattutto, le stesse risorse saranno investite nel personale sanitario che lavora nelle Rsa del Trentino? “Chiederemo altre risorse nella Legge di Bilancio a fine anno. Molti altri sono gli aspetti normativo-economici che devono essere migliorati nell’attuale contratto della sanità pubblica”, hanno spiegato nelle scorse ore i sindacati.
La popolazione infermieristica degli under 30 rappresenta appena il 12%, e un numero sempre maggiore di professionisti sanitari si colloca nella fascia dei 51-60 anni. Con oltre 1.000 pensionamenti di infermieri in Trentino nei prossimi 8-10 anni, mancherà il ricambio generazionale. E senza un cambio di passo, non ci sarà nessuno a rimpiazzare chi se ne va.
Fondamentale l’aspetto economico. “Tanti infermieri – spiega Hoffer a il Dolomiti – se ne vanno a lavorare a Bolzano. A soli pochi chilometri di distanza riescono ad avere quasi 1.000 euro netti in più al mese. Io stesso ho confrontato le varie buste paga: un infermiere a Bolzano può arrivare a 2.600 euro, contro i circa 1.800 euro di Trento. Questo non è un dettaglio. È il motivo per cui chi resta si trova schiacciato da carichi insostenibili, con turni infiniti e riposi saltati”.
E poi c’è il calo di interesse tra i giovani, testimoniato dalle iscrizioni a Infermieristica. “Lo scorso anno – continua Hoffer – non siamo riusciti nemmeno a riempire tutti i posti. Si sono dimezzate le domande di iscrizione a Infermieristica rispetto al passato. Una volta, a presentarsi, erano almeno il doppio delle persone rispetto ai posti disponibili. E questo è un chiaro segnale che la professione non è più attrattiva”.
Meno infermieri significa anche meno possibilità di sostituzione. “Abbiamo un problema grosso, visto che una grossa percentuale di assenze per aspettativa non riusciamo a sostituirle – spiega Hoffer -. Chi si assenta per gravidanza o part-time temporanei deve essere sostituito con assunzioni a tempo determinato. Le graduatorie che abbiamo non riescono a coprire il fabbisogno”.
La carenza di infermieri porta a turni insostenibili. “Abbiamo diverse segnalazioni di sospensione dei riposi – aggiunge Hoffer – e di chi non riesce a conciliare la vita familiare con quella lavorativa”. Ma non solo. La mancanza degli personale ha conseguenze anche sull’offerta dei servizi: “A Trento la Chirurgia ha dovuto ridurre l’attività per mancanza di personale. L’anno scorso è successa la stessa cosa a Rovereto. E se questo succede in periferia, tutto va a pesare sugli ospedali centrali, che si trovano ancor più sotto pressione”.
E poi c’è l’emergenza abitativa: molti infermieri, nonostante la volontà di lavorare in Trentino, si trovano senza alloggio. “Gli affitti brevi – spiega Hoffer – stanno dilagando, in particolare nelle valli. Se si trova qualche appartamento libero, i prezzi sono alle stelle. Abbiamo chiesto alla Provincia di identificare strutture da dedicare al personale infermieristico”.
Stando così le cose, la riforma della sanità territoriale rischia di restare inattuata. “Parliamo di ospedali e case di comunità? Spendiamo una marea di soldi a costruire cattedrali che rischiano di rimanere così, se non c’è una reale e concreta politica di attrattività dei professionisti. I soldi alla sanità? Benissimo, ma per cercare di risolvere i problemi serve una presa in carico da parte della Provincia, con una pluralità di interventi”.
Redazione Nurse Times
Fonte: il Dolomiti
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