Un team di ricercatori dell’Università del Minnesota (Usa) ha sviluppato per la prima volta un processo rivoluzionario che combina la stampa 3D, la biologia delle cellule staminali e i tessuti coltivati in laboratorio per il recupero delle lesioni del midollo spinale.
Il metodo prevede la creazione di una struttura unica, stampata appunto in 3D, per organi coltivati in laboratorio. Tale struttra è hiamata scaffold organoide ed è dotata di canali microscopici, che vengono poi popolati con cellule progenitrici neurali spinali (sNPC) regionalmente specifiche, ovvero cellule derivate da cellule staminali adulte umane dotate della capacità di dividersi e differenziarsi in specifici tipi di cellule mature.
“Utilizziamo i canali stampati in 3D dell’impalcatura per dirigere la crescita delle cellule staminali, il che garantisce che le nuove fibre nervose crescano nel modo desiderato“, ha affermato il dottor Guebum Han, tra gli autori dello studio.
I ricercatori hanno trapiantato queste strutture in ratti con midollo spinale completamente reciso. Le cellule si sono differenziate con successo in neuroni e hanno esteso le loro fibre nervose in entrambe le direzioni – rostrale (verso la testa) e caudale (verso la coda) – per formare nuove connessioni con i circuiti nervosi esistenti nell’ospite. Nel tempo, le nuove cellule nervose si sono integrate perfettamente nel tessuto del midollo spinale, determinando un significativo recupero funzionale.
Redazione Nurse Times
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