Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Gennaro Sorrentino (Stati Generali Oss).
La Legge di Bilancio 2025-2026, approvata dal Consiglio dei ministri, si presenta come una manovra da 18,7 miliardi di euro. Sul fronte sanitario sono previste 7mila nuove assunzioni e 338 milioni di euro destinati agli aumenti in busta paga per medici, infermieri e altre professioni sanitarie. Inoltre un incremento delle indennità per infermieri e oss è stato annunciato, con un investimento che passerà da 35 milioni nel 2025 a 285 milioni nel 2026.
Non possiamo tuttavia ignorare che, ancora una volta, il linguaggio della legge e la distribuzione delle risorse sembrano privilegiare alcune figure rispetto ad altre. Gli oss, pur citati, restano spesso in una posizione marginale, come se il loro contributo fosse accessorio e non strutturale.
Un anno di discriminazione
È passato un anno. Un anno in cui l’operatore socio-sanitario ha continuato a lavorare fianco a fianco con gli infermieri, con i medici, con tutte le professioni sanitarie. Un anno di turni massacranti, di reparti affollati, di pazienti da sollevare, lavare, confortare. Un anno in cui l’oss ha tenuto la mano a chi soffre, ha asciugato lacrime, ha portato dignità dove il tempo sembrava negarla. Un anno di discriminazione.
Vogliamo ricordare, infatti, che La Legge di Bilancio precedente ha concesso la detassazione degli straordinari solo agli infermieri, lasciando gli oss fuori da quel riconoscimento economico e simbolico. Come se il nostro tempo valesse meno. Come se la nostra fatica fosse invisibile. Come se la nostra presenza fosse scontata, ma non degna di essere premiata. È stato un colpo duro. Un’umiliazione silenziosa, che ha scavato solchi profondi nella motivazione e nella dignità di migliaia di operatori. Abbiamo continuato a servire, a curare, a esserci. Ma con il peso di sentirci dimenticati.
Appello alla politica: non dimentichiamo l’oss
Alla politica, oggi, rivolgiamo un appello accorato: non bastano le promesse, non bastano le cifre nei comunicati stampa; servono atti concreti, servono leggi che riconoscano l’oss come pilastro del sistema sanitario, non come comparsa. Chiediamo equità. Chiediamo rispetto. Chiediamo che ogni futuro provvedimento economico e normativo tenga conto del nostro ruolo, della nostra fatica, della nostra umanità. Perché la sanità non è fatta solo di diagnosi e terapie. È fatta di mani che accudiscono, di occhi che rassicurano, di presenze che non si arrendono. E l’oss è sempre lì, invisibile per alcuni, indispensabile per tutti.
Redazione Nurse Timeas
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