Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Federazione Migep e Stati Generali Oss.
Apprendiamo con grande piacere le ultime interrogazioni parlamentari su temi per noi cruciali: l’oss e l’assistente infermiere. Desideriamo ringraziare in primis l’onorevole Ilenia Malavasi (Pd) e la senatrice Barbara Guidolin (M5S), autrici delle interrogazioni, per aver posto all’attenzione del Parlamento problematiche che Federazione Migep e Stati Generali Oss denunciano da anni in tutte le sedi istituzionali: la mancanza di tutele per gli operatori socio-sanitari e il pericoloso percorso di ibridazione della professione.
Il rischio evidente è quello di mandare al macello la professione oss, giocando pericolosamente al ribasso e creando figure ibride come l’assistente infermiere, senza un’adeguata formazione, senza un riconoscimento giuridico ed economico, relegato ancora una volta nel ruolo tecnico, senza prevedere una redistribuzione equa del personale sanitario e non nei Servizi sanitari regionali. Una figura senza copertura assicurativa, destinata al servizio dei privati e delle Rsa, con il doppio del lavoro da svolgere e senza godere di alcuna tutela legale. Questa ultima criticità è in contrasto con i principi sanciti dalla Legge Gelli-Bianco (L. 24/2017), che impone una chiara definizione delle responsabilità professionali e una copertura assicurativa per gli operatori sanitari.
Parallelamente, assistiamo a un tentativo subdolo di “cambiare la pelle dell’oss”, trasformandolo lentamente in qualcosa di diverso rispetto alla sua identità professionale. Lo vediamo ad esempio con la sperimentazione del corso di oss strumentista di sala operatoria nell’Azienda Ospedaliera di Padova, ora bloccato, o la figura dell’oss di processo, come sta avvenendo all’ospedale Sant’Anna di Como, senza ricevere un riconoscimento formativo e giuridico chiaro.
Questo trend, se non arginato, rischia di alterare profondamente il ruolo dell’oss, snaturandolo e sfruttandolo per colmare carenze di personale infermieristico e sanitario, senza un adeguato riconoscimento. Il D.lgs. 502/1992 e la L. 43/2006 stabiliscono i criteri per il riconoscimento delle professioni sanitarie, ma l’introduzione di questi processi d’ibridazione crea confusione e precarietà, mettendo a rischio la sicurezza dei pazienti e degli operatori.
La Federazione Migep e gli Stati Generali Oss hanno più volte evidenziato che tali modifiche al ruolo dell’oss non possono avvenire senza un chiaro adeguamento normativo. L’assenza di un percorso formativo regolamentato conforme agli standard europei definiti dalla Direttiva 2005/36/CE e successive modifiche (Direttiva 2013/55/UE) rischia di rendere queste nuove figure non equiparabili a livello internazionale, con pesanti ripercussioni sulla mobilità lavorativa e sulla qualità delle cure erogate.
Non possiamo accettare che l’oss venga utilizzato come una figura di supporto indefinita, caricata di nuove responsabilità senza adeguata formazione, tutela contrattuale ed economica. È necessario un intervento legislativo chiaro e definitivo per evitare che questa professione venga strumentalizzata per mere esigenze di contenimento dei costi a scapito della sicurezza e della dignità degli operatori e dei pazienti.
La Federazione Migep e gli Stati Generali Oss continueranno a battersi affinché questa categoria, troppo spesso dimenticata ma sempre sfruttata ad uso e consumo di ogni potere, ottenga il giusto rispetto, la giusta tutela e il giusto riconoscimento, affinché non si continui a giocare con la vita e la professionalità degli operatori socio-sanitari.
Redazione Nurse Times
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