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Laureati delle professioni sanitarie: occupazione in aumento dal 77% al 85% e sempre primi in classifica. I dati AlmaLaurea

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Torna a crescere l’occupazione per le professioni sanitarie. Lo evidenzia il XXVII rapporto annuale del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea di Bologna sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati, presentato il 10 giugno 2025 all’Università di Brescia, alla presenza del rettore Francesco Castelli, dal presidente del Consorzio AlmaLaurea, Ivano Dionigi, e dal direttore Marina Timoteo. Titolo dell’evento: “Laureati e lavoro nel prisma del mismatch”.

Per i 16.977 laureati di primo livello delle 22 professioni sanitarie dell’anno 2023 (tabella 1) si rileva che, rispetto agli 11.456 laureati che hanno risposto all’indagine (67%), si registra un sensibile aumento della quota di occupati (sono 9.710), pari a +8 punti percentuali, essendo salito al 84,8% rispetto al 76,8% dello scorso anno.

È un aumento che si rileva nel totale di tutti i 16 gruppi disciplinari, su cui l’incremento della quota di occupati è di +6,1 punti percentuali, essendo salito al 44,6% rispetto al 38,5% dello scorso anno. Tale incremento riguarda un totale di 170.663 laureati, di cui hanno risposto 110.844 (64,9%), con 49.459 occupati, registrando un aumento pari a 12,9 punti percentuali rispetto ai 43.817 occupati dello scorso anno, quando i laureati erano 153.909 e le risposte 113.811.

Sono in aumento tutti i gruppi disciplinari, con valori che vanno dal minimo di +3,3 punti percentuali dell’ambito informatica e tecnologie ICT e di quello del settore agrario-forestale al massimo di +12,6 punti percentuali dell’ambito giuridico. Per effetto di questi risultati si conferma ancora una volta, e solo per le professioni sanitarie, il primo posto assoluto fra i vari gruppi disciplinari. Inoltre l’aumento registrato evidenzia il tendenziale avvicinamento ai valori rilevati 17 anni fa: nel 2007 era l’ 87,0%, a cui oggi corrisponde un 84,8%, con una differenza di appena -2,2 punti percentuali (tabella 2).

I valori di livello occupazionale sono in aumento rispetto allo scorso anno per tutte le quattro aree delle professioni sanitarie, che nel complesso è pari a +8 punti percentuali: dal 76,8% del 2022 al 84,8% del 2023. In dettaglio per l’area infermieristica e ostetrica l’aumento è pari a +7,4 punti percentuali (dal 77,7% al 85,1%); ancora più alto per le professioni della riabilitazione, con +9,3 punti percentuali (dal 77,1% del 2022 al 86,4% del 2023). Analoghi aumenti riguardano l’area tecnica, con +8,1 punti percentuali (da 73,9% a 82,0%), e l’area della prevenzione, con +9 punti percentuali (da 72,6% del 2022 a 81,6% del 2023).

Differenza fra le 22 professioni sanitarie

Analizzando in dettaglio le 22 professioni sanitarie sugli ultimi dati dei laureati dell’anno 2023 (tabella 3), si rilevano per l’alto tasso occupazionale ai primi cinque posti e sopra la media del 84,8%: terapista della neuro e psicomotricità età evolutiva dal 81,1% dello scorso anno al 89,6%; logopedista dal 76,9% al 88,1%; tecnico di radiologia dal 78,6% al 87,8%; podologo dal 66,7% al 87,5%; fisioterapista dal 80,5% al 87,4%; tecnico di neurofisiopatologia dal 81,0% al 86,4%; infermiere pediatrico dal 73,5% al 86,7%; igienista dentale dal 80,7% al 86,4%; infermiere dal 77,8% al 85,5%.

Seguono, sotto la media del 85%, che era 77%: educatore professionale e tecnico della riabilitazione psichiatrica (84%); terapista occupazionale, tecnico di laboratorio e assistente sanitario (83%); tecnico della prevenzione (81%); ostetrica, ortottista, tecnico audioprotesista e tecnico ortopedico (79%); dietista (71%); tecnico di fisiopatologia cardiocircolatoria (68%); tecnico audiometrista (63%).

Differenza fra le università delle varie Regioni

Per quanto riguarda i tassi occupazionali suddivisi per le università attive nelle 17 regioni, si rilevano i seguenti valori in ordine decrescente: Friuli Venezia Giulia 91,1%; Marche 89,7%; Lombardia 89,0%, Toscana 88,8%; Piemonte 87,9%; Veneto 86,4%; Puglia 85,3%; Umbria 84,8%; Emilia Romagna 84,3%; Liguria 83,9%; Lazio 82,0%; Molise 81,6%; Sicilia 80,9%; Campania 80,8%; Sardegna 80,4%. infine le Università della Calabria col 78,9% e dell’Abruzzo col 78,3%.

Prospettive per gli studenti della maturità

Questi dati possono essere un utile strumento di orientamento per i neo-diplomati della maturità per l’iscrizione all’esame di ammissione dei 23 corsi di laurea delle professioni sanitarie, che si terrà l’8 settembre. Si prevede che nei bandi che le università stanno per pubblicare potrebbero essere confermati i circa 35mila posti a bando, rispetto a cui lo scorso anno ci furono circa 65mila domande, con rapporti in media di quasi due domande per un posto. Si va dai rapporti massimi di sette domande su un posto per fisioterapista ai quattro per logopedista e ostetrica, seguiti da dietista con tre, igienista dentale e tecnico di radiologia con 2,5, infermiere con rapporto medio di 1 a 1 su 20mila posti e gli altri corsi a seguire.

Si ringraziano per la disponibilità dei dati il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea di Bologna e per la preziosa collaborazione Sara Binassi, Claudia Girotti e Daniela Perozzi dell’Ufficio Indagini e Statistiche del Consorzio stesso.

Angelo Mastrillo
Docente in Organizzazione delle professioni sanitarie – Università di Bologna

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